Ambasciatrice della bellezza italiana nel mondo nonché diva più amata della storia del cinema internazionale, un nome entrato nella Walk of fame: Sophia Loren ha appena compiuto 88 anni.
Settanta di carriera, due Oscar e cinque Golden Globe, l’attrice, all’anagrafe Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone, è nata a Roma il 20 settembre 1934 da Romilda Villani, insegnante di pianoforte, e da Riccardo Mario Claudio Scicolone, affarista nel settore immobiliare. Il padre riconobbe la paternità della bambina, ma rifiutò sempre di sposare Romilda, che si occupò da sola della formazione della figlia. Fu notata giovanissima a un concorso di bellezza da Carlo Ponti, che poi diventerà suo marito, per procura in Messico nel 1957, tra mille polemiche in Italia visto che il produttore era già sposato e il divorzio non era ancora consentito. Fu lo stesso Ponti a offrirle il primo contratto e a consigliarle di usare un nome d’arte: Sofia Lazzaro prima e Sophia Loren poi. È con questo nome che gira le prime pellicole di successo a fianco di Alberto Sordi, interpretando “Cleopatra” e quello di una sua sosia in “Due notti con Cleopatra” di Mario Mattoli nel 1953.
L’anno successivo è la volta di “L’oro di Napoli”, film a episodi diretto e interpretato da Vittorio De Sica con Totò, Silvana Mangano ed Eduardo De Filippo e “Miseria e nobiltà”, adattamento dell’opera di Vincenzo Scarpetta, a fianco di Totò. Proprio riguardo a De Sica, Sophia ha raccontato un aneddoto incentrato sulla fame patita da ragazzina. “Devo ringraziare mio marito e De Sica. Ho cominciato dal niente. Mia madre era una povera signora, morivamo di fame e siamo andate a Roma. Senza persone che credono in te non vai da nessuna parte. Incontrai Carlo Ponti, il mio futuro marito, e mi fece conoscere Vittorio De Sica. Lo porto nel cuore. Doveva fare ‘L’oro di Napoli’, stavamo nell’ufficio di De Laurentiis, non osavo dire una battuta. Capii che gli ero piaciuta dal modo in cui mi parlava: ‘Siccome parto per Napoli ti faccio un provino subito, se va bene puoi fare la pizzaiola’. Mi misi a piangere. ‘Domani vieni sul set’. Così fu. De Sica era adorabile, un uomo di cuore. Unico. Ha creduto in me”.Con De Sica girò in totale otto film spesso in coppia con Marcello Mastroianni, costituendo uno dei sodalizi più celebri e duraturi della storia del cinema.
Di Totò raccontò, nell’autobiografia “Sophia Loren. Ieri, oggi, domani. La mia vita”, il primo incontro: “Titubante, mi ero avvicinata per presentarmi: ‘Scicolone Sofia, molto onorata’. Lui era stato dolce, mi aveva sorriso e mi aveva offerto un po’ del suo tempo prezioso.‘Che ci fa qui una guaglioncella come te? Da dove vieni?’. ‘Sono di Pozzuoli, sono qui per fare il cinema’. ‘Ah, il cinema’ aveva sospirato, dedicandomi una delle sue celebri facce. Per un istante la sua ironica, irresistibile malinconia fu tutta per me. La bevvi, come un bicchiere d’acqua fresca, e mi sentii più forte. Se Totò mi stava regalando un pizzico della sua attenzione, significava che tutto era possibile. Che tutto il meglio era già qui. Ma il Principe non si era limitato alle parole. Alla fine, intuendo ciò che avevo tentato di nascondere, mi aveva messo in mano centomila lire. Credo mi avesse letto negli occhi la fame: di cibo, di lavoro, o forse più semplicemente di cinema. Io e mammina ci mangiammo a lungo, come se avessimo vinto al lotto”.
La prima interpretazione iconica fu in “Pane, amore e...” del 1955, di nuovo in coppia con De Sica. Del film di Dino Risi, quarto maggiore incasso del 1955/’56, dove la Loren è una pescivendola che tenta di sedurre il maresciallo Carotenuto (De Sica) affinché la facesse restare nella sua casa in affitto, rimane nell’iconografia collettiva la scena del mambo ballato dalla Loren e De Sica. Gli anni ‘60 rappresentarono la consacrazione mondiale a diva del cinema. A Hollywood in realtà ci era già arrivata nella seconda metà degli anni ‘50 recitando in coppia con Cary Grant, John Wayne e Anthony Quinn. Per “Orchidea nera”, film del 1958 con Grant, vinse il suo primo David di Donatello e la Coppa Volpi a Venezia. A soli 26 anni era già l’icona del cinema italiano nel mondo, ma è proprio nel 1961 che arrivò il ruolo della sua vita. Nel 1960, diretta ancora una volta da De Sica, vestì i panni di Cesira in “La ciociara” dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, un’interpretazione perfetta, che le valse l’Oscar per la migliore attrice, il primo assegnato a un’interprete di un film non in lingua inglese. Oltre al premio vinto nel 1962, portò a casa con lo stesso film la Palma d’oro a Cannes, il Bafta, il David di Donatello e il Nastro d’argento e il Time le dedicò una copertina.
I successi con De Sica, e il sodalizio con Mastroianni, si ripeterono nel 1963 e nel ‘64 con “Ieri, oggi, domani” e “Matrimonio all’italiana”, che le valse una seconda nomination agli Oscar del 1965. Entrambi con lo zampino di Eduardo: “Adelina”, il primo episodio del film del ‘63, fu scritto dal grande drammaturgo partenopeo, mentre “Matrimonio all’italiana” era la trasposizione cinematografica di “Filumena Marturano”. Altro film che lega la Loren a De Filippo è “Sabato, domenica e lunedì” trasposizione degli anni ‘90 diretta da Lina Wertmuller tratta dall’opera omonima di Eduardo. L’ultimo film del trio Loren, Mastroianni e De Sica fu “I girasoli” del 1969, mentre nel 1974 fu Adriana de Mauro nel drammatico “Il viaggio”, ultima pellicola di De Sica. Con Mastroianni tornò a lavorare nel capolavoro “Una giornata particolare” di Ettore Scola del 1977 che vinse il Golden Globe come miglior film straniero e per lei fu il sesto David di Donatello, il secondo Nastro d’argento e il primo Globo d’oro.
Nel 1982, a seguito di vecchi problemi col fisco italiano, Loren venne arrestata con l’accusa di frode fiscale. L’attrice restò in cella per 17 giorni e, solo nel 2013, la Corte di Cassazione ha escluso una sua responsabilità, attribuendola invece al commercialista. Nel 1991 arrivò l’Oscar alla carriera e tre anni dopo in “Pret à porter” di Robert Altman la volle per il suo film, dove, 30 anni dopo, rimise in scena il celebre spogliarello di “Ieri, oggi, domani”.
In tempi più recenti, nel 1999 è stata lei a consegnare l’Oscar al miglior film straniero a Roberto Benigni. Memorabile la scena in cui, al grido dell’attrice “And the Oscar goes to... Robberto” (con due b), l’attore raggiunge il palco dell’Academy camminando sugli schienali delle poltrone. Nel nuovo millennio l’attrice gira “Cuori estranei”, diretta dal figlio Edoardo Ponti e due anni dopo “Peperoni ripieni e pesci in faccia” della Wertmuller.
Nel 2001 l’attrice napoletana (più volte ha ripetuto con vanto: “Io non sono italiana, sono napoletana”) torna in tv con le fiction televisive “Francesca e Nunziata”, sempre della Wertmuller, con Claudia Gerini e Raoul Bova e “La terra del ritorno” (2004), con Sabrina Ferilli. Nel 2009, dopo diversi anni d’assenza dal set, è chiamata da Rob Marshall per interpretare la madre del protagonista in “Nine”, l’omaggio di Rob Marshall del 2009 a “8 e mezzo” di Federico Fellini. Nel 2011 per la prima volta nella sua carriera doppia il film d’animazione Disney-Pixar “Cars 2”, dove ha il ruolo di Mamma Topolino. La sua ultima interpretazione risale al 2020 quando è protagonista de “La vita davanti a sé”, diretta dal figlio Edoardo.