ADELAIDE - A luglio, la società francese Engie aveva disattivato gli impianti per la generazione di picco di Port Lincoln e Snuggery, per i quali la chiusura definitiva era stata programmata per l'anno 2028.
Il ministro per le Risorse energetiche, Tom Koutsantonis, ha proposto d'urgenza modifiche alle normative che consentano all’Operatore del Mercato Energetico Australiano (AEMO) di obbligare le aziende a riattivare i generatori decommissionati e affiancare con la loro produzione l'energia immessa nella rete dal sistema di rinnovabili durante i periodi di forte domanda.
Secondo Koutsantonis, la previsione di un deficit di 200 megawatt per quest’estate è sottostimata, non considerando il ritardo di un anno nella realizzazione del progetto EnergyConnect. L'infrastruttura dal costo di 2,3 miliardi di dollari, collegherà il South Australia al New South Wales attraverso 900 chilometri di linee di trasmissione, ma sarà completata solo nel 2027.
L’opposizione statale ha criticato quella che ha definito una “totale mancanza di pianificazione”. Il ministro ombra per le Risorse energetiche, Stephen Patterson, sostiene che il passaggio accelerato alle rinnovabili ha spinto fuori mercato i generatori tradizionali. Questo, secondo lui, porterà a bollette più alte, a una minore affidabilità della rete e a maggiori rschi di blackout.
Il premier Peter Malinauskas ha invece preso le difese dell’approccio del governo, sottolineando che il South Australia è leader nelle energie rinnovabili, capace di immettere nel sistema entro pochi giorni 125% di energia rinnovabile. Tuttavia, ha riconosciuto la necessità di capacità termica a sostegno, come gas ad avvio rapido, per garantire una erogazione stabile e continua.
Il premier ha detto che il governo si prepara per “tutte le eventualità”, mirando a un sistema energetico affidabile, sostenibile e progressivamente decarbonizzato.