MADRID - Ci vorrà ancora del tempo per venire a capo del blackout che una decina di giorni fa ha paralizzato la Spagna e il Portogallo. Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha chiesto pazienza, mentre aumenta la pressione sul suo governo affinché determini cosa ha portato all’interruzione di connessioni internet e telefoniche, dei collegamenti ferroviari e ha costretto a chiudere le attività commerciali. 

“Il processo richiederà tempo perché dovremo esaminare meticolosamente circa 756 milioni di dati”, ha dichiarato Sánchez al Parlamento, promettendo di “andare a fondo alla questione. I cittadini vogliono sapere cosa è successo quello che non faremo è chiudere prematuramente qualsiasi dibattito. Non ci affretteremo a trarre conclusioni”. 

Il premier socialista ha affermato che le informazioni tecniche preliminari indicano che il 28 aprile si sono verificati tre incidenti nel sud della Spagna, l’ultimo dei quali ha causato il collasso della rete elettrica. Precedenti informazioni ufficiali indicavano due incidenti a distanza di cinque secondi l’uno dall’altro, che avevano innescato una perdita di produzione di energia elettrica pari al 60% del consumo elettrico istantaneo. 

L’opposizione di destra ha messo in discussione l’eliminazione graduale dell’energia nucleare e la dipendenza dalle energie rinnovabili, come deciso dal governo di coalizione guidato dai socialisti, affermando che ha reso la Spagna più vulnerabile ai blackout.

Sánchez ha nuovamente insistito sul fatto che non ci sono “prove empiriche” a dimostrazione del fatto che “un eccesso di energie rinnovabili o la mancanza di centrali nucleari” abbia causato la crisi.nIl leader dell’opposizione Alberto Nunez Feijoo ha affermato che Sánchez si è mostrato “arrogante” e il Partito Popolare conservatore non permetterà che la crisi si risolva “senza dimissioni”.