MADRID - Pedro Sanchez ritiene possibile un suo nuovo insediamento alla guida di un governo ed è fiducioso che non ci sarà alcun blocco, per cui nessun ritorno alle urne. Lo ha detto lo stesso premier ai suoi durante la riunione dell'esecutivo socialista, a quanto riportano i media spagnoli all'indomani del voto.
"La Spagna è una democrazia parlamentare con le sue scadenze e procedure. Questa democrazia troverà la formula della governabilità", ha proseguito il segretario generale del Psoe, sottolineando che "11 milioni di persone hanno votato per il progresso, per andare avanti", alludendo ai quasi 7,8 milioni di voti che ha ricevuto la sua formazione e ai tre milioni che ha ottenuto Sumar. "La Spagna ha detto no all'involuzione e all'arretramento e il Psoe è un punto di riferimento in Europa e nel mondo. Non è che siamo arrivati al 30% dei voti, è che siamo arrivati al 32%", ha concluso.
Evitare lo stallo" e garantire "un governo stabile": è l'obiettivo su cui insiste Alberto Núñez Feijóo, candidato premier del Partito Popolare spagnolo arrivato primo alle elezioni generali di ieri ma senza numeri sufficienti per aspirare alla maggioranza assoluta, una possibilità che sembra quasi sicuramente impraticabile anche in caso di sostegno da altre formazioni.
Il leader popolare ha però spiegato, parlando ai dirigenti del suo partito, di aver già "intrapreso contatti" con altre formazioni politiche per valutare possibili scenari post-elettorali, a partire dal Partito Socialista del premier ad interim Pedro Sánchez.
"La Spagna ha bisogno di un governo", ha sostenuto Feijóo, che ha poi aggiunto di aver parlato anche con gli ultraconservatori di Vox e con formazioni di carattere territoriale. "Ci siamo accordati per continuare a conversare nell'arco della settimana", ha affermato.
Da due di questi partiti, Unión del Pueblo Navarro e Coalición Canarias, il popolare avrebbe già incassato un sì di massima a un eventuale appoggio. Tuttavia, al momento anche con il loro sostegno il Pp non ha numeri sufficienti per arrivare al governo.
Intanto il Ppe da Bruxelles esprime le sue "congratulazioni ad Alberto Nunez Feijóo per la netta vittoria alle elezioni di ieri. Ottenere 3 milioni di voti in più del 2019 - scrive in un tweet il presidente e capogruppo del Partito popolare europeo, Manfred Weber - conferisce al Partito popolare un mandato chiaro per formare un governo che rifletta questa volontà di cambiamento. Hai il nostro pieno supporto".
Dopo le elezioni generali spagnole tenutesi ieri, il prossimo passo formale della nuova legislatura sarà l'insediamento del Congresso dei Deputati, fissato per il 17 agosto. Nei giorni successivi, si terrà invece la costituzione dei gruppi parlamentari.
In seguito a questi passaggi riguardanti l'organo legislativo entrerà in gioco la figura del re, il cui compito iniziale sarà quello di chiamare a consultazione le delegazioni dei partiti con rappresentanza parlamentare, partendo da quelli più piccoli fino al più grande per numero di seggi ottenuti (il Partito Popolare). A quel punto, il monarca potrà dare l'incarico a un candidato per provare a formare un nuovo governo. In caso di accettazione dell'incarico, il candidato prescelto si sottoporrà poi a un tentativo di investitura nel Congresso.
Al primo voto avrà bisogno della maggioranza assoluta (176 seggi), mentre, in caso di insuccesso, al secondo voto sarà sufficiente la maggioranza relativa. Dal momento del primo voto, in caso di mancata investitura del candidato incaricato scatterà il conto alla rovescia per un'eventuale ripetizione elettorale, che sarà di 60 giorni. Se entro quei due mesi, infatti, nessun altro candidato riuscisse a essere eletto come premier, si scioglieranno le Camere. Stando alle prime previsioni della stampa spagnola, un eventuale ritorno al voto potrebbe avvenire in inverno, probabilmente intorno al periodo natalizio o subito dopo.