Spesso ci si imbatte in artisti che non fanno della rincorsa alla fama il proprio obiettivo. Tantissimi artisti nostrani, sparsi nei vari continenti, si focalizzano infatti sulla ricerca e la sperimentazione di nuovi confini,in questo caso musicali, pur mantenendo la fiamma delle tradizioni viva, attingendo dai canti e ritmi centenari regionali, reinterpretandoli con strumenti e tecnologie moderne, creando nuove prospettive. Si tratta di talenti in continuo bilico creativo tra passato, presente e futuro. E uno di loro, un astro nascente della musica folkloristica, è il 25enne Gabriele Gnawa Macrì, proveniente da San Vito sullo Ionio, un paesino di 1.200 abitanti in provincia di Catanzaro. Un nome già conosciuto tra le fila dei musicisti folk mediterranei, grazie a collaborazioni di spicco, alle sue interessanti performance sperimentali e al bellissimo tributo al Maestro Branduardi. Gabriele è attualmente in tour in Australia, una terra che lo ha affascinato così tanto da sceglierla come propria casa e “base” artistica per il prossimo anno.
La musica lo coccola sin dall’infanzia, quando a 5 anni inizia gli studi di pianoforte, spinto dal papà chitarrista. Ma poi il suo amore per lo strumento che lo accompagna tutt’ora scocca due anni dopo: “Quando avevo 7 anni, arrivò nel mio paesino un gruppo musicale tradizionale calabrese, i Briganti – gruppo ancora oggi attivo, Ndr - per esibirsi. Ammirandone l’esibizione, notai questo strumento strano: non un violino, non una viola, nemmeno un violoncello. Ma il suo suono era bello e me ne innamorai”, così Gabriele ricorda il suo incontro con la Lira Calabrese, strumento tradizionale delle coste meridionali. E subito vuole conoscerne tutti i segreti: “Chiesi al mio papà di comprarmene uno, ma non potendo raggiungere nessun costruttore di Lire, lui ne costruì uno da sé. E poi ne seguì un secondo di qualità superiore. E proprio quest’ultimo ancora oggi mi accompagna in tutte le esibizioni, anche qui in Australia”.
La Lira Calabrese non è l’unico strumento del suo “arsenale” da musica, che con maestria adopera nelle sue performance da solista: “Dal vivo utilizzo, oltre a quella calabrese, anche la Lira Greca, alcuni flauti tradizionali in canna, dei Marranzani, qualche Pipita e Claps”. Con entusiasmo spiega quindi le potenzialità di questi strumenti antichi in stili musicali contemporanei: “Utilizzando tecnologie digitali moderne, come i looper, ed effetti quali reverberi delay e octaver, cerco di estendere i confini della musica tradizionale, senza snaturarne i suoni originali. Voglio far rivivere lo strumento in ambiti e generi moderni, come il blues o il jazz ad esempio, facendone quindi sopravvivere l’essenza”.
Impossibile non citare quindi il suo personalissimo tributo al Maestro Branduardi: “Ho avuto la fortuna di poter usufruire di un suo brano, reinterpretandolo in lingua calabrese. Abbiamo ‘tarantellizzato’ il brano Il Violinista di Dooney – presente sulle piattaforme musicali digitali, Ndr -. Ovviamente con il consenso e l’apprezzamento del Maestro, grande musicista e cantautore”. Importanti collaborazioni anche con l’artista internazionale Nour Eddine Fatty, col cantautore Fabio Macagnino, i musicisti Francesco Loccisano e Massimo Cusato e tanti altri artisti greci.
Gabriele sta lavorando a nuovi brani, mentre il suo tour australiano prosegue con nuove date in continuo aggiornamento: dopo le esibizioni passate allo Shepparton Shownground e al Melbourne JazzLab, durante la giornata del 25 novembre sarà al Edwardes Lake Park e il 3 dicembre si esibirà presso l’Abruzzo Club di Brunswick East.
Per ulteriori informazioni, seguire i canali social di Gabriele Gnawa Macrì.