MONTEVIDEO - Cucina e sport, due mondi solo apparentemente distanti che sono parte integrante del legame storico e culturale tra Italia e Uruguay. Un vincolo che è stato celebrato all’Ambasciata italiana di Montevideo con l’evento “Cocina de Campeones”.
L’iniziativa, organizzata nell’ambito della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, ha visto come protagonisti lo chef della Fiorentina Duccio Pistolesi e Aldo Cauteruccio, chef della nazionale uruguaiana.
Il cuoco toscano ha spiegato che, oltre a cucinare per i giocatori e lo staff tecnico, nel suo lavoro con la squadra si occupa anche di “portare il valore della cucina e della gastronomia mediterranea in Italia e in Europa, durante le partite di Coppa Europea e di Conference League”.
Nello sport, infatti, proprio la dieta mediterranea è molto importante. Anzi, “è la base”, come afferma Pistolesi, descrivendo la sua collaborazione quotidiana con nutrizionisti e staff sanitario.
“Interagiamo quotidianamente, gli passiamo le ricette e gli ingredienti – spiega –. Valorizziamo la qualità dei prodotti, ma cuciniamo un po’ di tutto ai ragazzi. Se nel risotto c’è da mettere il burro mettiamo il burro, ma che sia di qualità top”.
Il cuoco ha parlato anche del suo rapporto con la cucina sudamericana e gli ingredienti locali, ricordando come – durante gli anni in cui in squadra c’erano giocatori uruguaiani come Sebastián Cristóforo e Martín Cáceres – non mancassero momenti di convivialità: “A volte l’importatore di carne ci portava dei tagli e facevamo un asado e una festa tutti insieme”.
Pistolesi, al suo secondo viaggio in Uruguay, ha apprezzato la possibilità di trovare anche qui ingredienti italiani di qualità, che hanno permesso di “espandere la nostra cultura gastronomica”.
Lo chef ha quindi concluso sottolineando il suo affetto per il paisito e per i luoghi che ha avuto la possibilità di visitare, sottolineando che “c’è un ponte che collega Italia e Uruguay’.
Prima del pranzo è stato presentato un video, nel quale numerosi calciatori uruguaiani che hanno indossato maglie di squadre italiane hanno ricordato i loro anni trascorsi nella Penisola, e raccontato del loro legame ancora vivo con quei luoghi.
L’ambasciatore italiano, Fabrizio Petri, ha aperto la presentazione affermando che “lo sport è un elemento molto rilevante nei due Paesi, e per questo bisogna valorizzarlo”. Secondo il diplomatico, lo sport “sa costruire legami forti tra le persone e tra le collettività, rafforzando anche il legame di ciascuno con il proprio paese”, e gli atleti hanno un ruolo cruciale nel trasmettere “valori positivi ai giovani anche nell’ambito del benessere”.
Da questo punto di vista, osserva Petri, è la stessa funzione della cucina, che “gioca un ruolo simile nel promuovere uno stile di vita sano e nel rafforzare la cultura condivisa”.
L’ambasciatore ha poi evidenziato che la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo rappresenta “un momento perfetto per unire questi due mondi e aprire l’Ambasciata”.
Anche il sottosegretario della Segreteria Nazionale dello Sport, Enrique Belo, ha salutato gli invitati, evidenziando l’importanza storica del legame tra Italia e Uruguay, facendo riferimento in particolare a Garibaldi, “l’eroe dei due mondi”, come simbolo di questa connessione.
Belo ha salutato i calciatori presenti e sottolineato anche l’importanza delle altre discipline sportive che creano un ponte tra i due Paesi, citando per esempio la carriera di Nicolás Mazzarino (capitano della Pallacanestro Cantù nel 2007-08) o Esteban Batista (ex cestista nell’Armani Milano e nell’Umana Reyer Venezia tra il 2015 e il 2017), concludendo che “l’Uruguay ha avuto la fortuna, anche nello sport, di contare sempre sull’Italia per crescere”.
Dopo la proiezione e i saluti, i due chef hanno deliziato i presenti con un menù per il pranzo capace di unire i sapori e le tradizioni gastronomiche dei due paesi: focaccia, parmigiana di melanzane, risotto al parmigiano e carne con verdura alla griglia.