PERTH – S’inasprisce lo scontro tra i sindacati dei lavoratori del settore pubblico e il governo del Western Australia per il rinnovo di tre diversi contratti collettivi. A partire da giovedì il personale infermieristico aderente all’Australian Nursing Federation (ANF) non esegue più lavoro straordinario, e non accetta di svolgere doppi turni.
L’ANF ha chiesto all’esecutivo McGowan aumenti salariali del 10% annuo, oltre a una serie di miglioramenti nelle condizioni lavorative e ha minacciato un’ulteriore escalation dell’agitazione che potrebbe portare alla chiusura di posti letto negli ospedali.
Il ministro della Salute Amber-Jade Sanderson ha accusato l’ANF di stare sabotando con queste iniziative le trattative per il raggiungimento di un accordo. “Abbiamo presentato un’offerta che soddisfa tutte le richieste salariali del sindacato. Inasprire la vertenza adesso è una cosa del tutto superflua, e anzi è contraria allo spirito e ai principi della contrattazione collettiva in buona fede”, ha sottolineato il ministro.
“Il punto della nostra azione sindacale è anche quello di portare alla luce tutte le carenze di organico che esistono nel nostro sistema sanitario e che il governo sta cercando di nascondere”, ha risposto la segretaria dell’ANF Janet Reah.
Il sindacato di Polizia, dal canto suo, ha riconfermato per il momento i contorni dello sciopero bianco messo in atto dai suoi aderenti, ma ha avvertito che potrebbero essere decise misure ulteriori se l’esecutivo non dovesse dare risposte soddisfacenti.
“Siamo frustrati, irritati e in qualche modo arrabbiati che non ci sia ancora alcuna offerta sul tappeto, dopo che sono già passati quattro mesi dalla scadenza del contratto collettivo. Chiediamo un aumento del 5% annuo, oltre a migliori condizioni salariali per gli agenti che lavorano in orari notturni e nei fine settimana. Non mi sembra che si tratti di richieste irragionevoli”, ha dichiarato il presidente del sindacato Mick Kelly.
Il sindacato dei lavoratori degli enti pubblici e governativi CPSU, infine, ha reiterato la sua richiesta di aumenti salariali superiori a quelli offerti dal governo, pari a 3.120 dollari annui in più per chi guadagna meno di 104.000 dollari all’anno, o del 3% per chi è sopra quella soglia. “L’inflazione e il costo della vita rimangono molto alti, e sta intaccando i salari reali in maniera evidente”, ha detto il segretario del sindacato Rikki Hendon.