MELBOURNE - Alla fine di maggio, l’Australian Energy Market Operator aveva annunciato che 500mila clienti a livello nazionale avrebbero potuto subire un aumento vertiginoso del 9,7% sulle loro bollette elettriche.
L’aumento dei prezzi dell’elettricità, entrato ufficialmente in vigore il 1° luglio, sta colpendo milioni di famiglie in tutta l’Australia, con incrementi compresi tra i 110 e i 300 dollari all’anno, a seconda del fornitore e dello stato.
Gli ultimi dati trimestrali dell’AER (Australian Energy Regulator) rivelano che oltre 215mila australiani si trovano in arretrato con i pagamenti, un numero cresciuto del 7% rispetto al trimestre precedente.
In confronto al Victoria dove ammontano al 4%, Red Energy ha applicato aumenti ancora più drastici nel New South Wales, dove le tariffe sono salite fino al 15% annuo. Altri fornitori come AGL, Origin ed Energy Australia hanno anch’essi alzato i prezzi: Nel Victoria, AGL ha aumentato le tariffe del 6,8%.
Un portavoce di Red Energy ha definito la decisione “difficile”, spiegando che gli aumenti riflettono il rialzo dei costi all’ingrosso e di rete, che costituiscono oltre il 70% della bolletta media. Nonostante ciò, l’azienda afferma che le sue offerte restano competitive.
Il ministro per il Clima e l’Energia Chris Bowen ha evitato di commentare direttamente gli aumenti, ribadendo l’impegno del governo per un mercato energetico più equo e l’integrazione dell’energia solare e delle batterie.
Nel frattempo, Red Energy ha visto crescere i ricavi: le vendite sono aumentate del 21% nel 2023-24, con le entrate annue raddoppiate a 900 milioni di dollari. Il responsabile della vendita al dettaglio, Iain Graham, ora riceve uno stipendio di 1,96 milioni di dollari.