WASHINGTON – La Casa Bianca apre le porte a un ex qaedista per trovare una sponda nella lotta contro l’Isis, ma anche con il probabile obiettivo di accelerare il processo di normalizzazione dei rapporti tra Israele e i Paesi vicini, in chiave di contenimento dell’Iran.

La visita di Ahmed al-Sharaa a Washington è stata la prima nella storia di un leader siriano nello Studio Ovale, e per gli analisti regionali segna una svolta negli equilibri in Medio Oriente a favore degli Stati Uniti e dello Stato ebraico. Parlando con i giornalisti dopo l’incontro, Trump ha elogiato al-Sharaa definendolo “un leader forte”.

“Faremo tutto il possibile per assicurare il successo della Siria, perché fa parte del Medio Oriente”, ha dichiarato. Il presidente statunitense ha inoltre espresso fiducia che al-Sharaa “saprà svolgere il suo compito”.

In un comunicato, il ministero degli Esteri siriano ha descritto l’incontro come “amichevole e costruttivo”. Trump, si legge nella nota, “ha ribadito la disponibilità degli Stati Uniti a fornire il sostegno necessario alla leadership siriana per garantire il successo del processo di ricostruzione e sviluppo”.

Al-Sharaa, ex comandante jihadista sostenuto dalla Turchia e dai Paesi arabi del Golfo, un anno fa aveva dato la spallata definitiva al regime degli Assad, dissoltosi lo scorso dicembre dopo oltre mezzo secolo di potere dinastico e dopo più di 14 anni di guerra intestina e regionale.

La visita di al-Sharaa arriva all’indomani della sua rimozione dalla lista nera americana del terrorismo, a seguito della decisione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu di revocare le sanzioni contro di lui. Il leader siriano è accompagnato nel suo viaggio negli Usa dal ministro degli Esteri, Asaad al-Shaibani, da più parti indicato come il vero architetto della politica del nuovo corso siriano.