INTRODUZIONE di Viktor Swiggers

Abbiamo scritto una collezione di biografie per spiegare, raccontare e analizzare le storie dell’immigrazione italiana per un articolo su In classe. Abbiamo intervistato un numero di immigrati italiani e poi abbiamo scritto tre biografie su di loro. Questo testo è scritto per altre persone italiane, i giovani e per tutti quelli che sono interessati.

Durante le interviste, gli immigrati italiani hanno usato toni diversi. La prima persona, Filomena usa un tono abbastanza calmo. Salvatore e Michela parlano con un tono molto sentimentale e nostalgico ma contento e pieno di speranze. Abbiamo intervistato questi immigrati insieme per imparare qualcosa sulle loro vite e loro storie individuali usando domande che abbiamo preparato in classe.

SALVATORE AMBROSINO “IL PIZZAIOLO” di Noah Glegg

Salvatore Ambrosino è nato a Mareeba, vincino a Cairns, nel Far North Queensland, nel 1973, ma si è trasferito in Italia quando aveva tre anni. Ha abitato a Napoli, città famosa per la pizza. Quando aveva 28 anni, si è trasferito in Australia da solo. Mentre Salvatore era in Italia, ha frequentato la scuola elementare, la scuola superiore e l’università.

La sua materia preferita era la storia e gli piaceva anche riparare le cose. Salvatore Ambrosino si è trasferito in Australia dall’Italia, perché suo padre ha detto a Salvatore che l’Australia è un buon Paese. È arrivato a Sydney con l’aereo da solo quando aveva 28 anni; poi si è trasferito a Cairns. Non parlava l’inglese, ma si sentiva il benvenuto.

È andato al TAFE per imparare l’inglese. Sua madre abita in Italia, ma visita spesso l’Australia perché Salvatore e le sue sorelle sono tutti a Cairns. Ora, lui è il proprietario di Tony’s Pizza a Cairns, e gioca a golf nel suo tempo libero. Forse crescere a Napoli ha alimentato il suo amore per la pizza. Per concludere, non dimenticate di andare a Tony’s Pizza!

FILOMENA VONA “LA ROMANA” di Evie Evans 

Filomena Vona è nata a Melbourne, in Australia, però si è spostata in Italia quando aveva quattro anni. Il suo compleanno è il ventotto di marzo, mille novecento sessantasei. Lei ha abitato a Roma, dove è andata a scuola. Racconta che Roma è famosa per la moda e il cibo. I piatti famosi includono la carbonara, il cacio e pepe e gli gnocchi. Quando era giovane, le piaceva correre. A scuola le piacevano la storia e la matematica, ma non adorava molto la scuola (…). 

In Italia, Filomena ha lavorato in una tipografia, dove ha messo la colla sui dorsi dei libri. Racconta che era difficile trovare un lavoro con questi talenti. Lei ha avuto molti lavori nella sua vita. Ha lavorato in una fabbrica di coni gelati, ha fatto i panettoni, ha importato il vino italiano. Ora, lavora come assistente alla cura della persona PCW - Personal Care Worker. 

Filomena si è spostata a trentatré anni e ha portato in Australia suo marito e due figli, che avevano cinque e sette anni. Sua mamma e due fratelli sono restati in Italia. La sua famiglia è venuta a Melbourne in aeroplano.

Lei non parlava inglese quando si è spostata; parlava solo l’italiano: è stato duro integrarsi. Ora, è facile perché si sente a casa. Racconta che le manca la colazione in Italia, con i cornetti e la panna. Le manca scalare, fare passeggiate in montagna e andare in moto. È nonna e ha tre nipoti in Australia: Penelope, Roman e Valentino.

PROF TORELLI “AKA LA MIA INSEGNANTE” di Shekinah Browne

L’ultima intervistata si chiama Michela Torelli; è originaria di Latina, un piccolo paese vicino a Roma nel Lazio. È arrivata in Australia nel 2012, perché si sentiva un pesce fuor d’acqua in Italia, e ha sempre voluto lasciare l’Italia. Prima di arrivare in Australia, ha lavorato come cameriera d’estate e nei fine settimana mentre studiava.

Quando è arrivata in Australia, aveva vent'anni e si è stabilita qui a Cairns. Aveva la famiglia in Australia: sua sorella, e il suo ex compagno che era arrivato tre mesi prima di lei. Ha espresso che la cultura, i saluti e il modo di vivere in Australia sono diversi dall’Italia: “Gli italiani sono molto diversi, sono più accoglienti; a noi italiani piace fare rumore, passiamo molto tempo con la famiglia e la gente va a dormire a mezzanotte.

Gli australiani, dodici anni fa quando sono arrivata, erano più amichevoli: quando andavo a fare una passeggiata sul lungomare, la gente mi diceva “ciao” e mi chiedeva “come stai?”. Ora da molto tempo non lo fanno più”. Le usanze sociali tra l’Italia e l’Australia sono così diverse e posso capire quanto suonasse straniero. Quando è arrivata in Australia non è stato facile per lei trovare lavoro; lei ha lavorato in cucina.

Per lei non è mai stato facile trovare lavoro perché non parlava inglese. è stato allora che ha dovuto affrontare le barriere linguistiche e ha condiviso di avere molta ansia perché non riusciva a parlare inglese fluentemente. Ma man mano che studiava a TAFE, più studiava, più il suo inglese migliorava e diventava più facile per lei trovare lavoro.

Ha migliorato il suo inglese ascoltando la radio e ascoltando le persone che parlano. Ha anche condiviso le sue opinioni sugli italiani. “Mi piaceva l’Italia ma non mi piace come gli italiani vogliono sempre fare la bella figura, avere più soldi e grandi macchine e vogliono sembrare migliori delle altre persone”.

Le ho chiesto: “Cosa speravi per la tua nuova vita qui?”. Mi ha risposto: “Volevo trovare un lavoro migliore, comprare la mia casa, avere la mia famiglia e dare ai miei figli un futuro migliore”. 

CONCLUSIONE di Olivia Holmes

Questa raccolta di biografie racconta la vita di tre immigrati italiani. Li abbiamo intervistati e abbiamo esplorato le loro storie. Abbiamo imparato a conoscere i loro viaggi dai paesi d’origine all’Australia. 

La mia interpretazione di queste interviste è che, quando tutti gli immigrati si sono trasferiti, la loro prima impressione dell’Australia è stata quella di quanto sia grande e bella, e piena di opportunità. 

Questa parte del programma è stata affascinante e sono grata per l’opportunità di conoscere queste storie straordinarie.