MACHALA, EL ORO - Almeno 27 prigionieri sono morti domenica per asfissia nel Centro di privazione della libertà di Machala, situato nella provincia di El Oro, nel sud dell’Ecuador.  

Lo ha comunicato il Servizio nazionale di attenzione integrale alle persone private della libertà e adolescenti infrattori (Snai), attraverso una nota pubblicata sul proprio profilo ufficiale su X (ex Twitter). 

Secondo quanto riportato da Snai, “tra i detenuti si sono provocati casi di asfissia, che ha causato morte immediata per sospensione”. Le autorità non hanno fornito ulteriori dettagli sulle circostanze dell’episodio, che si inserisce nel quadro di una prolungata crisi carceraria che affligge il Paese da anni. 

I funzionari di Snai hanno spiegato che squadre operative e personale medico legale si trovano ancora sul posto “verificando le informazioni e gestendo le emergenze registrate”.

L’ente ha inoltre precisato che l’episodio è distinto da un altro incidente avvenuto nelle prime ore del mattino nella stessa prigione, durante il quale quattro detenuti sono rimasti uccisi e diversi altri feriti. 

Snai ha attribuito quell’evento a un processo di “riorganizzazione dei privati della libertà nella nuova prigione di massima sicurezza”, senza tuttavia fornire ulteriori motivazioni sulle cause delle morti successive. 

Il drammatico episodio di Machala arriva a poche settimane da altri scontri violenti avvenuti in diverse carceri del Paese. A settembre, un confronto tra bande rivali in un penitenziario della città costiera di Esmeraldas ha provocato almeno 17 morti, secondo la Polizia Nazionale. Solo tre giorni prima, nella stessa prigione di Machala, 14 detenuti erano stati uccisi in un altro episodio di violenza. 

Il colonnello William Fabián Calle, intervenuto allora sul posto, aveva dichiarato che le forze di sicurezza, una volta entrate nel penitenziario, avevano trovato 14 detenuti morti, 14 feriti e un agente carcerario colpito da arma da fuoco 

“Ci sono conflitti tra bande in questa prigione. Due padiglioni sono sotto il controllo di un gruppo criminale organizzato, ed è lì che si verificano gli omicidi. La domanda è come siano riusciti a passare all’altro padiglione, nonostante i vari controlli di sicurezza”, aveva sottolineato il colonnello Calle. 

Dal 2021, più di 500 detenuti sono stati uccisi nelle carceri ecuadoriane, secondo i dati ufficiali. La spirale di violenza avviene nel contesto di un conflitto armato interno dichiarato dal governo nel gennaio 2024, che ha portato al dispiegamento di forze militari e di polizia in numerosi istituti penitenziari del Paese. 

Nonostante gli sforzi, la situazione resta fuori controllo, con le prigioni trasformate in veri e propri teatri di guerra tra bande criminali rivali che continuano a esercitare il loro potere dall’interno dei padiglioni.