ROMA - Il 2 agosto, giorno della cerimonia del 45esimo anniversario della strage alla stazione di Bologna, i familiari delle vittime avevano denunciato la presenza di una circolare dell’Archivio di Stato che limitava l’accesso alle sentenze dei processi per le stragi depositati negli archivi.
Dopo le proteste, questa circolare è stata rimossa: è stato cioè riconosciuto che, in fatti come il terrorismo o le stragi, l’interesse alla “conoscibilità” è più forte della privacy.
In un giorno contrassegnato dalle polemiche molto accese fra familiari e governo sulle responsabilità della strage, il presidente uscente dell’associazione Paolo Bolognesi e la ministra dell’Università Anna Maria Bernini che rappresentava il governo alla cerimonia, almeno su un punto si erano trovati d’accordo: quella circolare era da rimuovere. La Ministra aveva annunciato il suo impegno diretto per superarla.
E così è stato: il direttore degli Archivi di Stato Angelo Tarasco, che fa capo al ministero della Cultura, ha infatti emanato una nuova circolare, che supera la precedente, e che sancisce che “l’interesse per la conoscibilità degli atti che hanno riguardato alcuni degli eventi più gravi per la vita del Paese è riconosciuto come assolutamente preminente”.
La nuova circolare che “sostituisce e revoca la precedente” chiarisce infatti che “l’obiettivo dell’amministrazione è di promuovere la più ampia conoscibilità, accessibilità e diffusione delle sentenze e degli atti di procedimenti giudiziari” che si trovano all’Archivio di Stato e che la disciplina di riservatezza non è applicabile agli atti che riguardano casi di terrorismo, stragi e altri fatti che “hanno scosso la coscienza civile del Paese”.
Soddisfatta la ministra Bernini che si era assunta l’impegno di risolvere la questione: “È un atto di responsabilità - ha detto - verso chi ha pagato il prezzo più alto di fronte all’odio e alla violenza”.