Davvero questo dominio di mediocrità e incompetenza al potere è ciò che intendevamo con democrazia? Perché a ribellarsi sono solo in pochi e tutti gli altri continuano nella quotidianità, spesso senza nemmeno fermarsi a riflettere? Senza mai fermare l’ingranaggio. Non avremmo dovuto pretendere che la politica si prendesse cura del pianeta? Invece ne accelera la morte e noi restiamo in silenzio.

Migranti, profughi e rifugiati non sono forse esseri umani come noi? Perché allora ne accogliamo alcuni e ne respingiamo altri? Come è possibile che non ci sentiamo colpevoli quando condanniamo a morte per annegamento degli innocenti o li spingiamo fra le braccia degli aguzzini stupratori e torturatori in Libia e in Turchia? Come possiamo accettare che vengano massacrati dalla polizia e dalle squadracce fasciste in Spagna e in Grecia o lasciati morire di freddo e di stenti al confine bielorusso, o di sete nei deserti dell’Arizona? E perché restiamo indifferenti quando i richiedenti asilo vengano mandati a languire per anni dal governo australiano in qualche isola del Pacifico o sono imprigionati nelle stanze di alberghi di cui forse anche noi siamo ignari clienti? Non ci ha ferito che il Regno Unito abbia immaginato di spedirli in Ruanda come fossero pacchi postali indesiderati?

Come possono chiederci di odiare una bestia e adorarne un’altra? Cosa distingue due ferocie? Eppure, lo zar russo è il nemico e il sultano turco l’alleato. Com’è possibile condannare i missili sulle città ucraine ma accettare che la Turchia lanci bombe sui curdi? Perché le vittime ucraine ci indignano e quelle curde ci lasciano indifferenti? E come mai non abbiamo rimorsi per aver occupato l’Afghanistan per vent’anni col pretesto di liberarlo, per poi restituirlo ai talebani in condizioni peggiori di prima? Perché non ci scuote la coscienza sapere che in quel paese dove, fino a pochi mesi fa eravamo presenti con la nostra tecnologia militare e la supponenza della nostra presunzione occidentale, oggi la maggior parte della popolazione muoia di fame? Perché vendiamo armi all’Egitto, alla Turchia e all’Arabia Saudita, sapendo che verranno usate per la repressione?

Non ci preoccupa che il nostro alleato più forte, che ci “protegge” col suo ombrello nucleare e la sua potenza militare, stia scivolando verso un oscuro e pericoloso medioevo, a colpi di sentenze della loro Corte Suprema? Non erano forse gli Stati Uniti la “luce sul monte” che illumina tutte le altre nazioni portando democrazia e libertà al mondo? Quale democrazia e quale libertà? E perché non ci sembra una contraddizione insanabile che l’Arabia Saudita, dove tutti i diritti umani sono calpestati, sia uno dei principali alleati di quel paese democratico che dirige i nostri destini? Perché accettiamo che il Segretario Generale della Nato, possa dare disposizioni al mondo intero su come questo debba essere governato? Chi lo ha eletto e chi rappresenta? È solo un generale norvegese, ma può decidere che Russia e Cina non siano nazioni e popoli con cui venire a patti e fare pace, ma il nemico da combattere, la prima subito, la seconda in un futuro prossimo venturo.

Come può essere che non ci faccia arrossire di vergogna che il prezzo per allargare la Nato a est sia il tradimento dei curdi? Proprio quei curdi che hanno combattuto l’ISIS e costruito l’esperimento democratico più interessante del secolo. I curdi resistono, come gli ucraini, ma in questo caso noi ci alleiamo coi loro persecutori. Come possiamo accettare che la nostra presunta e labile sicurezza sia ottenuta al prezzo di questo tradimento? Giornalisti, letterati, intellettuali, trasformati in terroristi per puro calcolo politico, che la civilissima Svezia dovrebbe consegnare nelle grinfie del dittatore turco. Se accadrà, chi avrà il coraggio di alzare la testa e sostenere il loro sguardo di disprezzo quando saranno consegnati al boia?

Abbiamo riflettuto sul fatto che questi uomini politici, che oggi ci stanno traghettando verso una nuova sponda della storia, sono gli stessi che per decenni hanno fatto affari con Putin e chiuso gli occhi sulla Cina? Perché allora dovremmo fidarci di loro? Davvero crediamo che in caso di conflitto con la Russia gli alleati interverranno per salvarci? 

Vivremo con questa speranza lo scenario terrificante che si va preparando? Accetteremo che i nostri nipoti vivranno in queste terre inquinate e malate, privi di qualunque certezza, sotto la spada di Damocle della possibile conflagrazione nucleare? Davvero l’immensa fragilità che questi mesi hanno mostrato non ci spaventa? Ci illudiamo che sia passeggera? O ci basta vivere alla giornata, purché si riesca anche quest’anno ad andare in vacanza? Per poi tornare alle nostre città inquinate, malinconici e tristi, col carovita, il precariato, i morti sul lavoro, gli ospedali allo stremo, le scuole cadenti, l’ennesima ondata epidemica, le mascherine, il quarto vaccino a noi e la promessa di fornirlo ai Paesi poveri tradita in nome del profitto delle imprese. 

E con la guerra che bussa alle porte. Tutte questioni che nessuna costosa flottiglia di F35 risolverà.

Dove ci porteranno le nostre contraddizioni e cosa risponderemo ai nipoti, quando ci chiederanno conto del mondo che stiamo loro lasciando? E cosa racconteremo ai nostri padri e alle nostre madri, portando fiori sulle loro tombe? Avevano rischiato la pelle per darci libertà e democrazia e noi ne abbiamo tirato fuori tutto questo.

stravagario.aladino@gmail.com