ROMA - Un minore di 14 anni potrà essere arrestato in flagranza per reati legati al mancato porto d’armi o il possesso di armi atte ad offendere e potrà finire più facilmente in carcere per l’abbassamento da 9 a 6 anni della soglia per le pene che consentono di applicare la misura della custodia cautelare. Sono queste le misure repressive contro il crimine minorile che fanno più discutere, tra quelle varate dal Consiglio dei Ministri con il Decreto Caivano approvato giovedì.
La stretta comprende anche l’estensione ai maggiori di 14 anni dell’applicabilità del cosiddetto “daspo urbano” (divieto di accesso a particolari aree della città) e il divieto di accesso e di avvicinamento ai locali pubblici e ai pubblici esercizi, per chi sia stato denunciato o condannato per vendita o cessione di droga. Si aumenta di un anno la durata massima del divieto di rientro nei comuni dai quali si è stati allontanati e si inasprisce la sanzione, che diviene penale, nei casi di violazione del provvedimento di allontanamento. Inoltre, la pena per il reato di spaccio di stupefacenti, nei casi di lieve entità, passa da un massimo di quattro a un massimo di cinque anni e si prevede che il Questore possa proporre all’Autorità giudiziaria di vietare, a determinati soggetti di età superiore ai 14 anni, di possedere o utilizzare telefoni cellulari e altri dispositivi per le comunicazioni dati e voce.
Una serie di misure particolarmente severe dunque, che la Lega avrebbe voluto addirittura più aspre, prevedendo l’arresto fin dai 12 anni. Troppo però anche per la premier Giorgia Meloni, decisa a tuttavia fare della sicurezza la sua battaglia politica dei prossimi mesi. “Lo Stato ci mette la faccia” assicura infatti in conferenza stampa, dove spiega che oltre alla repressione, nel Decreto Caivano si punta anche alla prevenzione, innanzitutto tramite il rafforzamento dei presidi scolastici e con misure contro l’abbandono, con i genitori che non mandano i figli a scuola che rischiano fino a due anni di reclusione e non più solo una multa. Arriva poi anche il parental control obbligatorio in tutti i dispositivi elettronici contro il porno online. Si partirà dunque da 32 milioni di euro stanziati per potenziare l’organico dei docenti che interesserà 2mila scuole del Mezzogiorno, con l’estensione del tempo pieno e l’aumento degli stipendi per i docenti impegnati per attività extracurriculari. Le scuole avranno poi un fondo specifico per “svolgere azioni di recupero sociale e psicologico”, ha precisato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
“La situazione è sfuggita al controllo e bisogna fare qualcosa” insiste la premier, partendo proprio da Caivano, la cui riqualifica contro il degrado verrà affidata ad un commissario straordinario, ruolo per il quale è stato scelto il medico Bruno Ciciliano, al quale è affidato un budget di 30 milioni di euro. Una soluzione che, ha specificato il sottosegretario Andrea Mantovano, potrà essere replicata anche per altre zone critiche del Paese, soprattutto nel Meridione.
Al Sud tuttavia non sono dedicate solo misure riguardanti il contrasto alla criminalità, ma anche un apposito decreto che punta al rilancio economico, creando un’unica zona economica speciale che comprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna, dove si potrà beneficiare di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative.
Infine vengono stanziati 45 milioni per il comune di Lampedusa come una sorta di compensazione per il disagio fortissimo che l’isola sta vivendo a causa dell’emergenza sbarchi.