ROMA - Cambia la controversa norma della manovra che taglia le pensioni di medici, enti locali, maestri e ufficiali giudiziari: le penalizzazioni restano solo per chi esce anticipatamente, mentre arriva un alleggerimento sui tagli per medici e infermieri.
L'atteso emendamento del governo è stato depositato in serata in commissione Bilancio, insieme ad altre due modifiche sugli enti locali e il comparto difesa e sicurezza, e conferma le correzioni già annunciate dall'esecutivo.
Nel cambio di rotta sulle pensioni, vengono esclusi dalla stretta gli assegni di vecchiaia e sarà penalizzato solo chi esce anticipatamente: non rientreranno però in ogni caso nelle nuove disposizioni le pensioni di coloro che maturano i requisiti entro quest'anno. Per medici e infermieri, che se vorranno potranno rimanere al lavoro fino a 70 anni, la stretta sarà comunque più soft: per chi sceglie l'uscita anticipata, è prevista una riduzione di un trentaseiesimo del taglio per ogni mese in più di permanenza al lavoro.
Per tutte le pensioni anticipate è prevista inoltre una revisione delle finestre d'uscita, con un posticipo della decorrenza di un mese se si maturano i requisiti nel 2025, di 2 mesi se si maturano nel 2026, di 4 mesi per chi li matura nel 2027 e di 6 mesi a partire dal 2028. Complessivamente l'intervento nel suo insieme non appesantirà le finanze pubbliche nel medio periodo, garantendo, assicura la relazione tecnica, un sostanziale equilibrio dei conti.
Depositati in commissione Bilancio anche altri due emendamenti del governo: uno sugli enti locali, con 105 milioni di ristori Irpef per le regioni e province autonome e 100 milioni per il caro-energia alle regioni ordinarie, cui vengono anche ridotti per 250 milioni gli stanziamenti per investimenti pluriennali, mentre uno per il comparto difesa e sicurezza, con nuove risorse per trattamenti economici accessori e polizze assicurative.
Arriva intanto tra le polemiche il primo via libera al decreto anticipi. La proroga della rottamazione quater fa gridare al “condono” le opposizioni, che si scagliano anche contro la norma sugli extraprofitti delle società energetiche. Il decreto collegato alla manovra incassa l'ok del Senato con 87 voti favorevoli e 46 contrari: il testo, che scade il 17 dicembre, passa ora alla Camera dove lo attende un percorso rapido e blindato dalla fiducia.