Un articolo di Luca Nava e Marcus Bernardo
Il cinema, lo sappiamo tutti, è fondamentale in una classe di lingua straniera. Includere dei film nel proprio percorso di studi è infatti un modo simpatico per immergersi in un’altra cultura e migliorare nella lingua parlata. Si impara divertendosi.
Si scoprono parole nuove o dialettali mai sentite prima. Si riconoscono angoli di città che si intrecciano con i nostri ricordi di viaggio fatti in passato. Ci si sforza di capire situazioni inedite dell’altro Paese di cui nessuno ci aveva mai parlato. Si immaginano storie possibili.
Insomma, i film sono essenziali per noi studenti di LOTE. È anche per questo motivo che a Mazenod College in questo semestre - assieme al loro insegnante Denis Passalent - gli studenti di italiano dell’Anno 12 hanno esplorato la filmografia del noto regista Matteo Garrone.
Ci siamo concentrati su alcuni temi ricorrenti che lui esplora e indaga: la marginalità nella società, situazioni paradossali di vita, storie senza redenzione, il potere delle favole e racconti di famiglia. Ognuno di noi studenti ha scelto uno dei suoi film, ne ha approfondito il contesto e i personaggi per poi presentarli alla classe.
Ci siamo così immersi in otto dei suoi film. Questo ci ha permesso di ricostruire molti elementi in comune che caratterizzano l’opera di Garrone. Abbiamo dunque osservato l’evoluzione della sua produzione cinematografica negli ultimi due decenni e arricchito la nostra comprensione dell’Italia di oggi.
In alcune sue interviste ai Film Festival, lui afferma di voler raccontare storie di protagonisti con cui si identifica, storie di italiani normali o emarginati. Tra i film che abbiamo apprezzato, ci sono alcuni che sono diventati anche molto famosi nelle rassegne internazionali di cinema come Gomorra (2008), Dogman (2018) e Pinocchio (2019).
E come non concludere questo intrigante percorso andando al cinema per il suo ultimo capolavoro Io Capitano (2023)?
Siamo dunque andati in escursione lo scorso 11 marzo al Lido Cinemas di Hawthorn per guardare insieme il film, parte del programma dell’annuale Festival ‘Europa!’ con film provenienti da una ventina di Paesi del Vecchio Continente.
Questo film, anche candidato agli Oscar, racconta la storia di due giovani senegalesi, Seydou e Moussa. Loro sperano in un futuro migliore in Europa. Garrone presenta questo fenomeno epocale di oggi attraverso le lenti dei migranti, esplorando il percorso da Dakar alla Sicilia.
Se in Tv le notizie sui migranti sono fatte essenzialmente di numeri, lui si focalizza sulle persone, sui sogni iniziali, sui sacrifici, sulle indicibili sofferenze, sulle numerose questioni morali implicate.
I protagonisti partono per un viaggio nel deserto pieno di aspettative, ma che si trasforma presto in un itinerario difficile, di violenza, di tortura, con trafficanti di esseri umani spietati. Tutto questo ci ha permesso di capire meglio alcune delle problematiche dell’Europa di oggi.
Dalla nostra prospettiva di figli e nipoti di migranti italiani che hanno fatto dell’Australia la loro nuova casa tanti anni fa, è interessante parlare di storie di migrazione.
Pensando alle storie degli italiani in Australia di ieri e di oggi, anche questa opera di Garrone ci può far riflettere. Dopotutto, al di là delle differenze di tempo e di spazio, in fondo c’è sempre lo stesso grande desiderio di una vita migliore per noi e per chi verrà dopo di noi.