BRISBANE - “La cultura italiana è sempre stata una parte molto importante nella mia vita”, esordisce Maria Ghiggi raccontando la storia della sua famiglia. Nata in Argentina da papà italiano e mamma italo-argentina di seconda generazione, Maria è cresciuta con questo miscuglio di lingue e culture, in cui la parte italiana ha rappresentato un pilastro fondamentale.

“Anche quando, a 19 anni, mi sono trasferita da sola in Inghilterra, il mio legame con l’Italia è rimasto molto profondo, perché trascorrevo lì tutte le vacanze con la famiglia di mio padre. E la decisione di diventare un’insegnante di lingua è nata proprio dall’idea di mantenere la mia conoscenza dell’italiano”.

Dopo 7 anni passati in Inghilterra insegnando spagnolo e francese, Ghiggi si è trasferita in Australia, dove invece ha trovato spazio come insegnante di italiano. Alla fine del 2017, è stata contattata dallo Stretton State College di Brisbane per inaugurare il programma di italiano alla scuola, dopo la decisione del preside di abbandonare il cinese, che gli studenti smettevano di studiare dall’Anno 8 - appena diventava opzionale.

“La scuola voleva una lingua coinvolgente, con cui i ragazzi potessero relazionarsi, che sentissero vicina, al cui ritmo potessero ballare, cantare, parlare, che fosse ricca e interessante anche dal punto di vista culturale”, racconta Ghiggi. L’italiano rispondeva a tutte queste esigenze e l’insegnante ha cominciato a costruire il programma, portando i suoi primi studenti dell’Anno 7 fino all’Anno 12. Un risultato straordinario in pochissimo tempo.

“È stato un viaggio educativo anche per noi insegnanti, dato che siamo partiti in due e ci troviamo ora con una squadra di cinque persone”,  sottolinea Ghiggi.

La differenza deve averla fatta quell’attenzione che Ghiggi ha dedicato ai ragazzi e alle loro famiglie: piccole cose, come introdurre informazioni nella newsletter della scuola, dove gli studenti e i loro genitori potevano trovare link utili per l’approfondimento della lingua, ma anche per conoscere aspetti culturali o iniziative organizzate nella loro città.

“Abbiamo portato a scuola una serie di eventi legati al calendario italiano, come la Festa della Repubblica, che festeggiamo con attività e cibi italiani, ma anche musica, film e arte. Organizziamo giornate immersive dedicate alla lingua andando al Language centre, abbiamo partecipato a un progetto con una casa di risposo dove risiedono molte persone di origine italiana, ospitato dimostrazioni legate al cibo, durante le quali gli studenti hanno cucinato. Cerchiamo di essere il più possibile interattivi”, ma l’insegnante assicura che non manca il tempo dedicato allo studio della grammatica.

Da trilingue, Maria Ghiggi conosce bene le difficoltà che si possono incontrare nel percorso della scoperta di una lingua, ecco perché si propone spesso come esempio ai suoi ragazzi, spiegando anche che studiare un idioma apre una serie di opportunità inaspettate, come è successo a lei. Ripete spesso agli studenti “non sapete dove vi porterà la vita e le lingue sono la chiave per aprire molte porte”.

“Alle volte - continua Ghiggi -, bisogna far capire alle famiglie, ancor prima che ai ragazzi, quanto è importante studiare una seconda lingua e non solo per viaggiare, ma per migliorare il proprio livello di inglese, sviluppare le capacità cognitive, avere una nuova prospettiva sul mondo”, per citarne solo alcune.