MESSINA - La Procura messinese ha disposto il sequestro della salma di Stefano Argentino, il 27enne detenuto per il femminicidio di Sara Campanella, di 22 anni, che la scorsa settimana si è tolto la vita nel carcere del capoluogo siciliano.
Secondo quanto si è appreso sarà disposta l’autopsia nell’ambito del fascicolo aperto per atti d’inchiesta non costituenti reato e senza indagati. Le indagini coordinate dalla Procura di Messina, diretta da Antonio D’Amato, puntano a fare chiarezza sull’esatta dinamica dell’accaduto. Accertamenti saranno eseguiti anche sulla perizia medica che ha portato al ‘declassamento’ del livello di sorveglianza nella struttura penitenziaria di Gazzi nei confronti di Argentino che in passato era sottoposto ad attenta sorveglianza perché aveva manifestato l’intenzione di suicidarsi.
Saranno acquisite le cartelle cliniche e i pareri degli esperti che hanno valutato la sua capacità di potere tornare a essere detenuto in regime ordinario. Sembra che il ‘declassamento’ sia avvenuto due settimane prima del tragico episodio, decisione maturata dopo colloqui con psicologi e terapeuti che hanno ritenuto che la sua situazione fosse migliorata, tanto che Argentino aveva anche ripreso a mangiare dopo un periodo di rifiuto del cibo. Sulla morte del femminicida il dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria ha avviato il protocollo previsto per questi casi: il decesso del giovane è stato prontamente segnalato all’autorità giudiziaria, incaricata dei rilievi.
Da parte dell’istituto di pena è previsto l’invio di una relazione al Dipartimento sull’accaduto. Vista la relazione il Dap valuterà se essa sarà già esaustiva nei suoi contenuti o se sarà necessario condurre approfondimenti, anche investendo l’ufficio ispettivo.
Il legale di Argentino, l’avvocato Giuseppe Cultrera, ha ribadito che quello del suo assistito è un “suicidio annunciato”. “L’ultima volta che l’ho incontrato in carcere - ha ricordato il penalista - mi ha detto: ‘Sai, Peppe, qui dentro non è semplice’. Io sapevo che Stefano era un ragazzo molto fragile, che sarebbe bastato nulla per far saltare quel minimo di serenità che aveva riacquistato, perciò avevo chiesto una perizia psichiatrica. Forse alla luce di quello che è successo non era poi così sbagliato”.
“Avevano tolto la sorveglianza - ha sottolineato l’avvocato Cultrera -: non si comprende su quale basi. L’avevano fatto di loro iniziativa. Io l’ho appreso solo ora; non ci hanno comunicato nulla, e questa è un’altra cosa delle quali vorremmo conto e ragione”.
Secondo quanto si è appreso, Argentino si sarebbe impiccato nel bagno della sua cella nell’ora d’aria per i detenuti. Per il legale, però, è ancora “troppo presto per pensare a un esposto”. “Appena avremo tutta la documentazione, e i genitori saranno – non dico – sereni, ma un minimo più rasserenati - ha aggiunto - cercheremo di capire come muoverci. È chiaro che non lasceremo il caso inosservato”.