Quando Jessica Colagrossi ha varcato la soglia della piccola chiesa di San Bartolomeo in Galdo, in provincia di Benevento, non servivano spiegazioni: era lì che i suoi nonni si erano sposati più di settant’anni fa. Guardando la navata, i banchi di legno, l’altare, ha sentito che quel luogo, pur mai visto prima, le apparteneva. Era il primo di molti frammenti sparsi che lei, suo marito Anthony Grida e la loro bambina stavano per ricomporre in un viaggio tra Campania e Puglia organizzato con il sostegno del progetto Italea.

“Non è il nostro primo viaggio in Italia, ma questa volta volevamo vedere con i nostri occhi i paesi dove sono nati e cresciuti i miei genitori e i miei nonni, prima che emigrassero in Australia. Volevamo capire da dove veniamo”, racconta Jessica, nata e cresciuta in Australia (Adelaide) ma legatissima alla propria eredità italiana, in particolare campana.

Il viaggio ha incluso tre tappe fondamentali: San Bartolomeo in Galdo, Molinara e Lucera. La famiglia ha percorso il tragitto in auto, pernottando a Molinara presso alcuni parenti e alternando la visita ai luoghi della memoria con momenti di incontro intergenerazionale. “A Lucera abbiamo conosciuto la sorella di mia nonna: è stato incredibile incontrarla di persona dopo averne sentito parlare per tutta la vita. Conoscere anche il resto della famiglia che vive lì è stato emozionante”.

Jessica Colagrossi in visita alla chiesa di San Bartolomeo in Galdi, dove si sono sposati i suoi nonni.

Gioia, riconnessione, ma anche momenti di riflessione e commozione profonda, come quando Jessica ha visitato il cimitero di San Bartolomeo, dove è sepolto il figlio della nonna, morto a nove mesi. “È stato un momento molto intenso. Pensare che i miei nonni abbiano dovuto lasciarlo lì per sempre quando sono partiti per l’Australia, non riesco a immaginare il dolore”. E poi, ci sono i luoghi che cambiano e si trasformano, come la casa dove visse sua madre prima di emigrare: oggi è diventata una pizzeria con dei tavoli all’aperto, dopo essere stata danneggiata dal terremoto del 1962. “È stato bello vederla viva in un altro modo, sapere che è ancora parte del tessuto del paese”.

Anche il legame con la religiosità popolare ha avuto un ruolo nel viaggio: la tappa a San Giovanni Rotondo per visitare il santuario di Padre Pio è stata pensata proprio per onorare la devozione dei nonni, che ne conservavano l’immagine in casa, come moltissimi altri italiani in Australia.

A rendere possibile ogni tappa, e soprattutto a orientare il viaggio secondo le esigenze della famiglia, è stata Antonietta Marchitto, operatrice Italea (in realtà, vicepresidente del progetto Molise ma stretta conoscente di Jessica), avvocata internazionale con esperienza di vita e lavoro in Australia, che ha saputo tradurre i desideri in itinerario. “Antonietta è stata fantastica. Ha curato ogni dettaglio e ci ha permesso di vedere tutto ciò che contava. In futuro mi piacerebbe tornare e magari comprare la casa dei miei nonni. Anche in questo Antonietta potrà aiutarci: conosce le normative italiane, può assistere chiunque voglia trasferirsi o fare ricerche genealogiche. È una risorsa preziosa per tutti noi discendenti di italiani”.

Jessica Colagrossi e la figlia all’esterno di quella che un tempo era la casa della nonna.

Al rientro in Australia, Jessica porta con sé molto più di qualche fotografia. Porta una consapevolezza nuova: quella di appartenere a una storia più ampia, fatta di partenze, sacrifici e continuità. Una storia che sopravvive anche a distanza, nei gesti e nelle consuetudini familiari: “Certo, oggi sentiamo meno parlare italiano rispetto a quando i miei nonni erano vivi, ma la cultura è ancora presente. Facciamo il vino, le olive, la salsa e le salsicce in casa. E ci riuniamo in grande per Pasqua e Natale. Cerchiamo di mantenere vive le tradizioni”.

E l’Italia, ora, non è più soltanto un riferimento affettivo o simbolico: un domani, forse, anche un posto dove vivere per qualche mese.