CANBERRA – La leader dell’opposizione federale Sussan Ley nel corso della prima riunione del suo ministero ombra ha sostenuto la necessità di un radicale cambiamento nel modo in cui vengono elaborate le politiche della Coalizione, nel tentativo di risalire la china dopo la pesante sconfitta elettorale del maggio scorso.
Ley ha illustrato la sua nuova strategia “dal basso verso l’alto”, che mira a valorizzare le competenze dei singoli parlamentari e a rafforzare il legame dei partiti dell’opposizione con le comunità. Il piano è stato anticipato giovedì sera ai membri del partito, subito dopo una riunione del ministero ombra.
Il nuovo approccio prevede che gruppi di lavoro specializzati e i ministri ombra guidino la fase di consultazione e progettazione delle politiche da presentare agli elettori prima delle elezioni federali del 2028. L’obiettivo è evitare i “colli di bottiglia” decisionali e sfruttare meglio l’esperienza e i contatti degli eletti con il mondo esterno.
“Il nostro processo di sviluppo delle politiche sarà iterativo e continuo – ha dichiarato Ley mercoledì al National Press Club –. Evolverà nel tempo in risposta ai riscontri interni ed esterni, alle nuove questioni emergenti e al coinvolgimento continuo con la comunità”.
La prima iniziativa di questo nuovo corso sarà un gruppo di lavoro sull’energia e la riduzione delle emissioni, guidato dal ministro ombra Dan Tehan. Il gruppo esaminerà anche la proposta, sostenuta da Dutton, sull’energia nucleare, che ha diviso la Coalizione sul raggiungimento dell’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050.
Ley ha anche ribadito la necessità di rendere la Coalizione più rappresentativa dell’Australia moderna. “Come prima donna alla guida del nostro partito federale, voglio mandare un messaggio che sia il più chiaro possibile: dobbiamo fare meglio. Dobbiamo reclutare meglio, dobbiamo trattenere le persone meglio e dobbiamo supportare meglio le donne”, ha confermato Ley in un’intervista radiofonica all’ABC.
Attualmente, su 70 membri della Coalizione nel nuovo Parlamento, solo 24 sono donne. Mentre in Senato la rappresentanza femminile raggiunge quasi il 50% (13 su 27), nella Camera bassa ci sono solo nove deputate su 43.
“La gente è pronta per questo cambiamento. Dobbiamo portare più donne in Parlamento. È semplice”, ha detto Ley. Pur non sostenendo esplicitamente a favore delle quote, ha però sottolineato: “Sono agnostica sui metodi specifici per realizzarlo, ma sono assolutamente convinta che debba accadere”.
Il ministro ombra per il Tesoro Angus Taylor, però, ha smorzato l’entusiasmo per le quote di genere: “Non credo sia necessario per ottenere il risultato di avere più donne della Coalizione in Parlamento. Attirare, formare e mantenere persone valide, comprese donne valide, è fondamentale per tutti i partiti, ed è un compito che prendo molto seriamente”, ha detto a Sky News.
Il leader federale dei Nationals, David Littleproud, ha cercato di spronare i colleghi, apparsi demoralizzati dopo la sconfitta elettorale. “Puoi fare una delle due cose: metterti in posizione fetale e arrenderti, oppure rialzarti e combattere – ha dichiarato –. Alziamoci e combattiamo. Mettiamo questo governo laburista di fronte alle sue responsabilità e dimostriamo agli australiani che siamo qui per loro e che abbiamo soluzioni giuste ai loro problemi”.
Lo stesso punto è stato affrontato anche da Sussan Ley: “Non si tratta solo di fare opposizione al governo, ma di offrire alternative che gli australiani possano ritenere credibili. Il nostro compito è presentare una narrativa alternativa affinché gli elettori ci vedano come un partito che rispetta, riflette e rappresenta l’Australia moderna e possa riconquistare la loro fiducia”.
Dal fronte laburista, la ministra per la Condizione femmininile, Katy Gallagher, ha accolto con cautela le aperture della Coalizione sulla parità di genere. “Non basta riconoscere i propri fallimenti; ciò che conta è il passo successivo: cosa intendono fare in concreto?”, ha commentato l’esponente del governo Albanese.