L’impatto devastante dell’emergenza Coronavirus arriva anche nel mondo del calcio australiano. In settimana infatti la FFA ha fatto sapere di aver “mandato a casa senza paga” circa il 70% del personale a causa della pandemia COVID-19: “E’ una decisione estremamente difficile da prendere, ma necessaria per stabiizzare un’organizzazione in modo da poter continuare ad offrire il proprio supporto al gioco del calcio, seppur in un panorama completamente diverso” hanno fatto sapere in una nota i vertici della FFA in settimana.
“Moltissimi settori in ogni parte del mondo sono stati impattati da questa pandemia, ed il calcio in Australia è fra questi. La A-League ed il calcio ad ogni livello sono stati sospesi, le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono state rinviate, ed il calendario del calcio internazionale è stato stravolto a causa della pandemia COVID-19. Questi sviluppi hanno impattato numerose fonti di incasso per la FFA (registrazione, sponsor, diritti tv, venditte biglietti, fondi del governo, ecc.) e ci hanno costretto a prendere una decisione così drastica” ha concluso il CEO della FFA, James Johnson.
Nel frattempo è arrivata la decisione shock del proprietario del Perth Glory, Tony Sage, di licenziare l’intera squadra senza paga. Una decisione che ha scatenato la protesta della Professional Footballers Australia, che ha minacciato azioni legali se Sage non tornerà sui propri passi. Una brutta storia che è appena al primo capitolo...