LECCE - La Guardia di finanza di Lecce ha notificato undici richieste di interrogatori preventivi finalizzati all’emissione di misure cautelari personali, nell’ambito di un’indagine su una presunta associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, alla turbativa d’asta e alla frode in finanziamenti pubblici legati ai Pia (Programmi integrati di agevolazione).
Tra gli indagati figurano nomi della politica e dell’imprenditoria tra Lecce e Bari. In particolare, la Procura ha chiesto gli arresti domiciliari per Alessandro Delli Noci, assessore regionale pugliese allo Sviluppo economico, e per Maurizio Laforgia, ingegnere e figlio del presidente dell’Acquedotto Pugliese, Domenico Laforgia.
Stessa misura richiesta anche per il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Lecce, Angelo Mazzotta, e per gli imprenditori Marino Congedo, Nicola Capone e Ilaria Santoro.
Per l’imprenditore Alfredo Barone, la Procura ha chiesto invece la custodia cautelare in carcere, mentre le restanti quattro richieste sono misure interdittive nei confronti di Luciano Ancora, Michele Barba, Corrado Congedo e Giovanni Rapanà.
Secondo quanto si apprende, sono in corso anche sequestri preventivi per circa dieci milioni di euro, a carico delle quattro società coinvolte.
“Ho appreso questa mattina di essere oggetto di indagine. Sono fiducioso nella magistratura e attendo di conoscere meglio le accuse per chiarire la mia estraneità ai fatti contestati”, ha dichiarato Delli Noci in una nota.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che ha ribadito la fiducia nella giustizia e nell’operato dell’assessore: “Aspettiamo di leggere gli atti e di conoscere la sua difesa. Le procedure giudiziarie sono fondamentali per accertare la verità e ci auguriamo che si arrivi a conclusioni rapide e certe”.