ROMA - Per la prima volta, le famiglie degli alunni con disabilità avranno voce nella scelta del docente di sostegno: potranno infatti chiederne la riconferma, come previsto dal decreto sulla continuità didattica.
A nulla è dunque servita, per ora, la richiesta di sospensione presentata al Tar da Flc Cgil e Gilda degli Insegnanti, visto che il tribunale amministrativo del Lazio ha rigettato in via cautelare il ricorso, dando torto ai sindacati.
Ad accogliere con soddisfazione l’ordinanza è stato il ministero dell’Istruzione e del Merito: “Siamo convinti che la continuità didattica, soprattutto per i ragazzi più fragili, sia un valore fondamentale”, ha commentato il ministro Giuseppe Valditara, aggiungendo che “si rafforza e continuerà sempre il nostro impegno per garantire a tutti gli studenti effettive condizioni di valorizzazione”.
Ma non tutti la pensano come il titolare del ministero. Per il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Vito Carlo Castellana, a capo del sindacato che ha avanzato la richiesta di sospensione insieme a Flc Cgil, non sarebbe stato compreso fino in fondo quanto presentato al Tar.
“Se si procederà con questa misura, la questione non sarà risolta. Al contrario, avremo problemi di contenziosi e un carico burocratico maggiore per scuole e uffici scolastici, paralizzando in alcuni casi le nomine, dal momento che la scuola si regge solo sui docenti non di ruolo”, ha commentato il sindacalista.
Come fa sapere la Gilda, sono 205.253 i docenti di sostegno, di ruolo e non, nell’anno scolastico 2024/25, a fronte di 331.124 alunni con disabilità.
Dopo l’ordinanza del Tar è intervenuta anche la Flc Cgil, secondo cui si tratta “di una decisione inspiegabile e inaccettabile”, in quanto il tribunale “non è entrato nel merito della questione, sostenendo che le organizzazioni sindacali ricorrenti non siano legittimate ad agire in giudizio quando la questione non riguarda un interesse omogeneo dell’intera categoria, ma può dividere i docenti in posizioni contrastanti”.
L’organizzazione ribadisce ancora una volta la propria contrarietà verso la norma che, secondo loro, non è “rispondente ai bisogni delle alunne e degli alunni con disabilità” ed è “divisiva, perché lede i diritti dei lavoratori precari”.
Intanto anche l’Anief commenta quella che, per loro, è una “battaglia tutt’altro che chiusa”.
L’ultima decisione del Tar, infatti, non riguarda il ricorso promosso con il patrocinio di questa associazione, presentato solo dai docenti senza il coinvolgimento formale delle sigle sindacali.
La loro udienza è fissata per il 19 novembre, quando “le eventuali conseguenze negative delle nomine saranno effettive e documentabili”, sostengono.
Anche la Uil Scuola ha presentato un ricorso separato che, come nel caso dell’Anief, verrà discusso in un’altra data.