HOBART - Il governo del premier Jeremy Rockliff è caduto dopo appena 15 mesi, in seguito a una mozione di sfiducia sostenuta dalla maggioranza dei parlamentari. Le elezioni anticipate sono state convocate dal governatore statale dopo il rifiuto dei Liberali di cambiare leader e la scelta dei Laburisti di non siglare un’alleanza con i Verdi per formare un governo minoritario.
Diversi sondaggi farebbero prevedere un parlamento privo di una maggioranza assoluta, con un vantaggio dei Liberali, ma non sufficiente a permettere di raggiungere i 18 seggi che garantirebbero loro di governare in autonomia. In attesa del concretizzarsi di tale risultato sia i Laburisti che i Liberali hanno espresso l’intenzione di cercare l’appoggio di indipendenti “ragionevoli”. Tuttavia, Johnston e George hanno ribadito che non accetteranno un accordo formale, preferendo valutare ogni proposta legislativa caso per caso.
Johnston, già eletta nel 2021 nel seggio di Clark, ha sostenuto i bilanci del precedente governo “sulla base del merito” e ha dichiarato: “Non faccio accordi. Esaminerò ogni questione per ciò che rappresenta nel momento in cui si presenta”.
Anche Peter George, ex corrispondente di ABC ora rappresentante dell’elettorato di Franklin, ha confermato: “Giudicherò ogni politica in base al merito. La stabilità può esistere anche senza accordi formali”. L’indipendente ha aggiunto che avrebbe sostenuto una mozione di sfiducia solo in caso di gravi irregolarità.
Craig Garland, altro indipendente, ha dichiarato di essere aperto a un accordo, se si raggiungesse un’intesa condivisa.
Secondo l’analista Robert Hortle, un governo di minoranza può funzionare senza accordi formali, purché ci sia cooperazione tra i deputati.
Mentre un quarto degli aventi diritto ha già depositato il voto, per le elezioni di domani i candidati saranno 161, con una presenza di indipendenti mai così ampia e volti nuovi pronti a influenzare il futuro politico della Tasmania.