HOBART - Il ministro statale del Tesoro Guy Barnett, alla sua prima manovra, ha annunciato un debito netto destinato a più che raddoppiare, passando da 5,3 miliardi di dollari nel 2024/25 a 10,8 miliardi nel 2028/29.

Barnett ha definito il debito “gestibile” e necessario per investimenti in sanità, istruzione e infrastrutture, citando ancora l’impatto economico derivato dalla pandemia. Tra le spese principali figura il controverso stadio sul lungomare di Hobart, un’infrastruttura dal costo di 945 milioni di dollari, condizione imprescindibile per l’ingresso, nel 2028, dei Tasmania Devils nel torneo di AFL. Il bilancio non comprende però i 300 milioni che il governo dovrà ancora prendere in prestito.

Barnett punta a tornare in surplus nel 2029/30, oltre l’orizzonte delle proiezioni attuali. Il deficit dovrebbe calare da 1,01 miliardi nel 2025/26 a 236 milioni nel 2028/29.

Annunciata anche una revisione storica delle imprese statali: dodici aziende, tra cui Metro Tasmania e TasNetworks, sono in valutazione per una possibile vendita, anche se non ancora inserite nel bilancio e soggette all’approvazione di un Parlamento a maggioranza liberale relativa.

Prevista la vendita di terreni pubblici e l’introduzione di un’unità per l’efficienza - ispirata al DOGE introdotto negli Stati uniti dall’amministrazione Trump - per trovare risparmi di almeno 150 milioni all’anno. È previsto anche un blocco delle assunzioni non essenziali e una riduzione di 2.500 dipendenti pubblici entro il 2032/33.