TEHERAN - Il parlamento iraniano ha votato all’unanimità la sospensione di ogni cooperazione con l’AIEA, l’agenzia delle Nazioni Unite per il controllo sul nucleare, mossa che segna un irrigidimento della posizione di Teheran nei confronti dell’Occidente dopo 12 giorni di attacchi. La decisione sarà ora valutata dal Consiglio dei Guardiani, che ha potere di veto legislativo.

Esmail Baghaei, portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, ha riconosciuto pubblicamente i gravi danni subiti dagli impianti nucleari, segnando la prima ammissione degli effetti del bombardamento americano da parte di un politico. Contemporaneamente, il governo ha respinto la possibilità di concedere nuove ispezioni, accusando l’AIEA di essere diventata uno strumento politico. I deputati hanno approvato il provvedimento senza voti contrari, scandendo slogan contro Stati Uniti e Israele.

Il presidente del parlamento Mohammad Bagher Ghalibaf ha dichiarato che il programma nucleare civile continuerà “a ritmo accelerato”, in contrasto con le affermazioni di Donald Trump secondo le quali l’Iran sarebbe stato dissuaso dal proseguire con il programma di arricchimento dell’uranio.

Il governo iraniano ha inoltre minacciato di interrompere definitivamente attività di sorveglianza e comunicazioni con l’AIEA, a meno di garanzie concrete sulla sicurezza degli impianti.

Il vice-presidente iraniano Mohammad Reza Aref ha affermato che l’Iran “non è più quello di prima” e ha chiuso alla possibilità di compromessi sull’arricchimento in territorio nazionale. Intanto, crescono le pressioni interne per l’uscita dal Trattato di non proliferazione nucleare, preludio di un possibile sviluppo di un deterrente atomico sul modello israeliano.