ROMA - Il ritorno di Matteo Salvini al Viminale, chiesto a gran voce dal congresso della Lega, agita la maggioranza. Per FdI, con le tensioni internazionali in atto, non sarebbe proprio il momento di mettersi a discutere di poltrone, e secondo Forza Italia “Piantedosi sta lavorando benissimo” al ministero dell’Interno.  

Davanti al muro degli alleati e al silenzio della premier, la cautela diventa d’obbligo e dalla Lega spiegano che se, da un lato, “il desiderio del partito è chiaro”, Salvini non intende fare forzature o accelerazioni. È “totalmente immerso nel suo lavoro al Mit” con un “approccio sempre costruttivo a beneficio della maggioranza”, fanno sapere fonti del Carroccio, aggiungendo il partito “non pone e non porrà problemi a Giorgia Meloni”. 

Il pressing leghista per il ricambio al Viminale era partito a congresso ancora in corso, quando il vice-segretario del partito Claudio Durigon aveva dichiarato che “Salvini ha subito una enorme ingiustizia”, facendo riferimento alle chat del magistrato Palamara  in riferimento alla gestione dei migranti nel 2020 - dalle quali emergevano frasi come “dobbiamo fermarlo a tutti i costi” - e al processo Open Arms di Palermo, considerato “iniquo e ingiusto che si è concluso con un’assoluzione piena”.  

E a fine congresso aveva rilanciato la sua posizione: “Gli va ridato ciò che gli è stato tolto”, a conferma che l’obiettivo resta quello.  

Ma, per ora, il no degli alleati è chiaro, tra chi fa finta di niente e chi si mostra apertamente contrario, tra cui l’altro vicepremier, Antonio Tajani, che dichiara di avere “grande considerazione del ministro Piantedosi”.  

Da FdI, Francesco Filini definisce la questione come “nemmeno sul tavolo”, aggiungendo che “Salvini fa il ministro dei Trasporti, credo debba portare avanti il programma”.  

Anche il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, resta al fianco dell’attuale titolare dell’Interno, che “è straordinariamente efficace”, e gli fa eco anche il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, che ribadisce: “Cambiare squadra non avrebbe senso”. 

Per la vulgata leghista, in caso di rimpasto, Piantedosi potrebbe lasciare il ministero dell’Interno e correre per la presidenza della Campania alle prossime regionali, prospettiva che il titolare del Viminale sembra però non considerare affatto, almeno per ora.  

“Io fuori dal ministero ambirei solo ad un ruolo all’Avellino Calcio, è l’unica passione che coltivo al di fuori del Viminale”, risponde ironicamente il ministro ad alcuni giornalisti, tradendo qualche imbarazzo per la domanda.  

Dal partito di Salvini tornano a precisare che il segretario si è sentito anche nelle ultime ore con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, e che “stima e amicizia restano intatti e non ci saranno mai litigi, né oggi né domani”. 

Tra guerre e dazi, ipotizzare un rimpasto di governo sarebbe una nuova grana per Meloni, che - secondo quanto circola in ambienti parlamentari - potrebbe aver fatto recapitare il messaggio all’alleato, determinando la frenata.