BANGKOK – La Thailandia ha imposto la legge marziale in otto distretti lungo il confine con la Cambogia, dopo una nuova e grave escalation di scontri tra i due Paesi. Lo ha annunciato Apichart Sapprasert, comandante dell’esercito thailandese nelle province coinvolte: sette distretti si trovano nella provincia di Chanthaburi e uno in quella di Trat.
Il primo ministro ad interim Phumtham Wechayachai ha lanciato un allarme esplicito: “Se la situazione dovesse degenerare, potrebbe sfociare in una guerra, anche se al momento si limita agli scontri”.
Secondo le autorità cambogiane, un civile di 70 anni è stato ucciso e altre cinque persone sono rimaste ferite nella provincia di Oddar Meanchey a causa dei bombardamenti provenienti dalla Thailandia. Lo ha riferito all’AFP il portavoce provinciale Meth Meas Pheakdey.
Nel frattempo, Bangkok ha confermato l’evacuazione di oltre 138.000 civili dalla zona di confine, inclusi 428 pazienti ospedalieri, secondo quanto comunicato dal Ministero della Salute thailandese.
Le tensioni attuali affondano le radici in uno scontro avvenuto a maggio nel cosiddetto “Triangolo di Smeraldo”, un’area montuosa al confine tra Thailandia, Cambogia e Laos.
In quell’occasione un soldato cambogiano rimase ucciso in uno scontro localizzato tra pattuglie dei due eserciti. L’episodio innescò uno scambio di accuse reciproche tra Phnom Penh e Bangkok, entrambe membri dell’Asean, e da allora i due Paesi hanno aumentato la presenza militare lungo la frontiera.
La Thailandia ha poi assunto il controllo di vari posti di frontiera, limitando i transiti e minacciando interruzioni dei collegamenti, anche digitali, verso le città cambogiane. In risposta, Phnom Penh ha vietato l’importazione di frutta e verdura dalla Thailandia e ha bandito film e prodotti culturali thailandesi.
La tensione è ulteriormente cresciuta dopo lo scoppio di alcune mine nella zona, che ha portato al richiamo degli staff diplomatici da entrambe le capitali.
L’escalation avviene anche in un momento di instabilità politica in Thailandia. Paetongtarn Shinawatra, premier e ministro della Cultura, è stata sospesa dal suo incarico dalla Corte Costituzionale dopo la diffusione di una telefonata riservata con Hun Sen, capo del Senato cambogiano ed ex premier, in cui sembrava criticare l’operato dell’esercito thailandese nella gestione del conflitto.
Ieri, tuttavia, la premier sospesa ha pubblicamente condannato Phnom Penh, accusando la Cambogia di aver provocato l’escalation, e ha espresso pieno sostegno al governo e alle forze armate del suo Paese.