WASHINGTON - “Resa incondizionata”: Donald Trump ribadisce la posizione degli Stati Uniti nei confronti dell’Iran. Secondo il presidente Usa, i negoziatori iraniani hanno lasciato intendere che “potrebbero venire qui alla Casa Bianca”, sottolineando comunque che uno sviluppo del genere sarebbe difficile. “Due semplici parole: resa incondizionata, ho detto”, ribadisce il presidente parlando con i giornalisti alla Casa Bianca all’evento per l’installazione di due “pali” su cui issare bandiere a stelle e strisce. “Quando finisce la mia pazienza? È già finita”, dice. 

Quanto alla domanda se Trump abbia deciso se attaccare l’Iran, il tycoon ha risposto: “Non penserete davvero che risponderò a questa domanda. Non sapete se lo farò. Potrei farlo, o forse no. Nessuno sa cosa farò. Posso dirvi questo: l’Iran è in grossi guai e vuole negoziare. Non hanno più difese, sono totalmente scoperti... Perché l’Iran non ha negoziato con me due settimane fa? Sarebbe andato tutto bene, avrebbero avuto ancora un Paese. È triste vedere tutto questo, non ho mai visto niente del genere”, prosegue. 

Secondo Trump, funzionari iraniani “hanno proposto di venire alla Casa Bianca. È una cosa coraggiosa, diciamo. Ma non è semplice da fare”, chi osa. “Mi hanno contattato? Sì, ma è molto tardi. Potevano farlo 2 settimane fa”. 

Il presidente Usa sottolinea, inoltre, che “niente è finito fino a quando è finito. Sapete la guerra è molto complessa, molte cose brutte possono succedere, ci possono essere molte svolte, quindi non so”.  

La missione diplomatica di Teheran presso le Nazioni Unite a New York smentisce che i negoziatori iraniani abbiano chiesto un incontro alla Casa Bianca, come aveva sostenuto il presidente Trump: “Nessun funzionario iraniano ha chiesto di strisciare ai cancelli della Casa Bianca” hanno detto. “L’unica cosa più spregevole delle sue bugie è la sua codarda minaccia di ‘far fuori’ la Guida suprema dell’Iran”, il grande Ayatollah Ali Khamenei, si legge nel post sull’account di X della missione diplomatica. L’Iran, aggiungono, non negozierà “sotto costrizione” e reagirà a qualsiasi minaccia. 

“Se e quando queste decisioni saranno prese, il Pentagono sarà pronto a eseguirle” ha detto il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, durante un’audizione al Congresso. Le forze armate americane, aggiunge, sono “pronte a eseguire ogni decisione che il presidente Donald Trump potrà prendere in materia di guerra o di pace”, rifiutandosi però di confermare i preparativi di eventuali attacchi all’Iran. Alla domanda, posta da una deputata democratica, se il presidente gli abbia chiesto di presentare le opzioni per un attacco all’Iran, Hegseth ha risposto: “Se le abbia o non le abbia ricevute, non lo rivelerei in questo contesto”. 

Secondo fonti ufficiali citate da HuffPost, il generale Michael Erik Kurilla, comandante del Centcom (United States central command), struttura militare responsabile delle operazioni Usa in Medio Oriente, sta esercitando una crescente influenza sulle valutazioni del presidente Donald Trump in merito a un possibile intervento diretto nella guerra tra Israele e Iran. 

Ritenuto molto vicino agli apparati militari israeliani, Kurilla gode di un accesso privilegiato alla Casa Bianca e, secondo un ex funzionario americano, riceveva informazioni da Israele “prima di chiunque altro nel governo Usa”. In vista del suo pensionamento, alcuni ambienti favorevoli all’attacco vedono nel suo ruolo attuale l’ultima finestra utile per spingere Trump ad approvare un’azione militare congiunta.