RABAT – Il governo del Marocco detrarrà tre giorni dagli stipendi dei dipendenti pubblici di grado 9 e superiori, distribuiti sulle buste paga di settembre, ottobre e novembre, come "contributo di servizio civile" agli aiuti per il terremoto, ha informato il portavoce dell'esecutivo di Rabat al termine del Consiglio di governo in una nota, citata dall'agenzia Map.
Il governo ha inoltre deciso che i ministri, i ministri delegati, i due alti commissari, il delegato generale e il delegato interministeriale contribuiranno fino un mese di stipendio, detratto dallo stipendio netto, aggiunge il comunicato, rilevando che tale misura si inserisce nel quadro dell'adesione a questa iniziativa di solidarietà nazionale e in virtù dell'articolo 40 della Costituzione.
Questo articolo prevede che "ciascuno sopporterà congiuntamente e proporzionalmente ai propri mezzi, gli oneri necessari allo sviluppo del Paese, nonché quelli derivanti dalle calamità nazionali e dai disastri naturali".
Di 48 siti di valore culturale, 27 sono crollati o in gravi condizioni. Dopo il sisma che l'8 settembre ha colpito il Marocco, il censimento dei danni si concentra sul patrimonio culturale nella regione di Al Haouz. L'area che tocca cinque province, ha distrutto o messo in pericolo moschee, kasbah, cinte murarie e palazzi importanti.
L'elenco parziale dei danni, pubblicato dai maggiori quotidiani, non è ancora stato ufficializzato, ma annota siti che vanno da Casablanca a 430 chilometri dall'epicentro del sisma, fino a Guelmin, a sud di Agadir. Sono edifici o monumenti di ogni epoca. Però è nella zona compresa tra Marrakech, Taroudant e Ouarzazate, che si annoverano le perdite più significative, come la moschea di Tinmell, del XII secolo, quasi completamente sbriciolata dai colpi del terremoto.
A Marrakech, le tombe saadiane, il palazzo Bahia e il Badii sono stati giudicati in gravi condizioni, i danni sono strutturali con crolli parziali e crepe profonde. Dar el Basha che contiene il Museo delle confluenze è chiuso per danni alla struttura, così come Dar Si Said con la sua collezione di tappeti e il Museo del patrimonio Immateriale in piazza Jamaa el Fna, inaugurato di recente.
È stata invece risparmiata la scuola Coranica Beh Youssef, interessata fino al 2022 da un profondo restauro durato tre anni. La moschea centrale, la Koutubia, è transennata, perché il minareto, all'interno ha importanti crepe. Gravi danni alla fortezza di Agadir, Oufella, che risale al 1540 e che era già stata danneggiata dal terremoto degli Anni '60.
Le mura di Taroudant, nota ai turisti come "La piccola Marrakech" sono state duramente colpite dalle scosse che hanno causato crolli e crepe orizzontali e verticali lungo tutto il perimetro oltre che danni alle porte che interrompono il sistema difensivo attorno alla città. Non sono state risparmiate località come Tingherir, nella zona delle Kasbah, nel versante sud dell'Atlante, che prosegue via Boumalne verso Ouarzazate e fino ad Aït Benhaddou: qui tutte le kasbah che parevano castelli di sabbia hanno subito enormi danni. Infine, ancora a Nord, sull'Atlantico, a rischio crollo anche la chiesa portoghese di El Jadida, in stile manuelino e gravi danni alla Casa della cultura Buenaventura, del XIX secolo, nella medina di Casablanca.