BANGKOK - La tensione è riesplosa in modo cruento tra Thailandia e Cambogia, tornate ad accusarsi reciprocamente di aver violato la fragile tregua sottoscritta soltanto a ottobre sotto l’egida degli Stati Uniti. L’escalation ha raggiunto un livello allarmante con l’uso di mezzi aerei: stamattina caccia thailandesi hanno effettuato raid in territorio cambogiano.
Il sito Khmer Times, citando il ministero della Difesa di Phnom Penh, riferisce che caccia F-16 thailandesi hanno sganciato almeno due ordigni su una località nella provincia di Banteay Meanchey, in prossimità del confine. Ci sono inoltre segnalazioni di jet thailandesi che hanno sorvolato diverse aree cambogiane.
Le nuove violenze sono considerate i combattimenti più cruenti da quelli di luglio. Oltre ai raid aerei, si segnalano attacchi di artiglieria nella località cambogiana di Samraong, ormai quasi deserta, a pochi chilometri dal confine. Un rifugiato, Lay Non, ha dichiarato all’agenzia Afp: “Questa volta i combattimenti sono più intensi, i thailandesi sganciano ordigni dai caccia”.
La portavoce del ministero della Difesa cambogiano, Maly Socheata, ha accusato l’esercito thailandese di aver “aperto il fuoco in modo indiscriminato su zone abitate da civili e scuole”, e anche sul tempio di Ta Krabey, descritto come un “luogo sacro della Cambogia”.
Anche dall’altro lato del confine la popolazione è in fuga. Nella provincia thailandese di Sa Kaeo, Niam Poda ha raccontato di essere dovuta scappare per mettersi in salvo a causa di una forte esplosione mentre stava facendo il bucato.
I due Paesi si scambiano accuse sull’origine della ripresa delle ostilità lungo il confine di 800 chilometri, conteso da decenni.
Intanto, il bilancio provvisorio parla di almeno 12 morti: sette civili cambogiani e cinque soldati thailandesi, secondo i dati incrociati forniti dalle due parti. L’esercito di Bangkok ha denunciato anche il ferimento di 29 soldati, mentre il Ministero della Difesa cambogiano segnala circa venti feriti. La crisi umanitaria è pesante: oltre 500.000 persone evacuate dalle regioni di confine.
La Thailandia accusa la Cambogia di aver costretto alla fuga circa 400.000 persone che vivono nelle zone di confine, sostenendo che l’evacuazione di massa è stata necessaria per una “minaccia imminente per la loro sicurezza”.
Le autorità cambogiane denunciano che “20.105 famiglie, ovvero 101.229 persone” sono fuggite da cinque province (Pursat, Preah Vihear, Banteay Meanchey, Oddar Meanchey e Siem Reap) colpite dagli attacchi thailandesi.
La ripresa del conflitto segna il crollo della fragile tregua sottoscritta il 26 ottobre scorso promosso dal presidente Usa Donald Trump a Kuala Lumpur, accordo che prevedeva la riduzione delle truppe e il dispiegamento di osservatori. Di fronte a questo fallimento, lo stesso Trump ha assicurato di voler intervenire nuovamente per la de-escalation, dichiarando: “Dovrò fare una telefonata”.
Tuttavia, la Thailandia si mostra irremovibile. Il portavoce del ministero degli Esteri, Nikorndej Balankura, ha dichiarato che Bangkok “non è pronta” per il dialogo né per la “mediazione di terzi”. Secondo Balankura, infatti, “il governo valuterà la possibilità del dialogo solo quando la Thailandia sarà certa non siano più minacciate la sua sovranità e la sua integrità territoriale”, ha assicurato, aggiungendo però che la Thailandia “ascolterà cosa ha da dire o da suggerire” il presidente Usa.
Il potente capo del Senato cambogiano, Hun Sen, pur elogiando i militari costretti a difendere il territorio, aveva precedentemente sottolineato la moderazione dimostrata dalla Cambogia per rispettare la tregua.
Come segno della gravità della crisi, la Cambogia ha annunciato il ritiro immediato dei suoi atleti dai Giochi del Sudest asiatico organizzati in Thailandia. Il numero uno del Comitato olimpico nazionale cambogiano, Vath Chamroeun, ha motivato la decisione con “forti preoccupazioni e sollecitazioni da parte delle famiglie dei nostri atleti affinché tornino in patria immediatamente, per motivi di sicurezza”. Nonostante l’annuncio, rappresentanti della delegazione cambogiana avevano comunque partecipato ieri alla sfilata degli atleti a Bangkok.