MONZA - La Procura di Monza ha aperto un fascicolo d’inchiesta per omessa custodia di arma da fuoco e un altro per istigazione al suicidio sulla morte di Davide Garufi, il ventunenne che ha raccontato su Tiktok il percorso alla scoperta della sua identità di genere, morto suicida con un colpo della pistola del padre – di professione guardia giurata - nel suo appartamento di Sesto San Giovanni (Milano), mercoledì scorso. Lo ha confermato il procuratore della Repubblica di Monza Claudio Gittardi.
Era attivo sui social dal 2020, dove pubblicava anche contenuti ironici, oltre a condividere prima la sua nuova identità transgender con il nome di Alexandra, poi quella nuovamente di Davide, identificandosi come non binario.
Sarebbe stato a partire da questo momento che sotto i suoi post sono comparsi numerosi commenti, spesso con insulti, ora al vaglio degli inquirenti. Le indagini relative alle responsabilità di terzi nel portare il giovane a togliersi la vita, tuttavia, non sarebbero collegate direttamente ai messaggi apparsi sui social media dove il giovane aveva raccontato la sua esperienza.
Sulla vicenda è intervenuto il partito Sinistra Italiana che, in un comunicato, ha espresso “dolore e rabbia” per la morte di Garufi, ritenendo sia stato “vittima di bullismo transfobico” e che la sua morte sia “frutto della cultura tradizionale che trova sostegno nei movimenti anti-scelta e nella destra intollerante”.