L’allarme è stato lanciato dalla rivista britannica Times che sarebbe venuta a conoscenza di una intelligence diramata dalla Nato agli Stati membri.
Nel rapporto confidenziale viene presa in considerazione l’ipotesi di una prova di forza del Cremlino portata a compimento con l’esplosione di un ordigno nucleare.
Si ipotizza che il convoglio ferroviario da poco partito da Mosca in direzione dell’Ucraina trasporti un sistema di lancio di testate nucleari.
Le ultime localizzazioni satellitari darebbero il treno ancora a parecchie centinaia di chliometri dalla frontiera.
Il Times riporta il parere di esperti secondo i quali il convoglio militare potrebbe essere parte di un esercizio di deterrenza strategica.
La dimostrazione di forza più probabile con il ricorso a ordigni nucleari potrebbe avvenire nel Mar Nero oppure nella disabitata Isola dei Serpenti nel Mare d’Azov.
Intanto il direttore della Cia Bill Burns nel corso di una intervista televisiva ha affermato che Putin, dopo gli ultimi successi dell’esercito ucraino, è diventato particolarmente pericoloso in quanto, in questo momento, si trova con le spalle al muro e potrebbere ricorrere ad una reazione disperata.
Burns ha anche prospettato l’ipotesi che il presidente russo sia sempre più isolato non solo a livello internazionale, ma anche in patria.
Di queste ipotesi sul ricorso ad un ordigno nucleare il Cremlino afferma di non tener conto.
Il portavoce Dmitry Peskov ha reso noto che Mosca si rifiuta di cadere in questa retorica nucleare alimentata dai mezzi di informazione occidentali che svolgono il lavoro di amplificare le dichiarazioni dei loro leader.
L’ambasciatore russo a Parigi, Alexei Meshkov ha assicurato che “per il momento la Russia non ha motivo di utilizzare armi nucleari tattiche”, sottolineando come la dottrina di difesa russa preveda unicamente due casi per i quali potrebbe essere fatto ricorso alle armi nucleari, vale a dire un attacco con armi nucleari contro la Russia o contro i suoi alleati, oppure un attacco con armi convenzionali in grado di determinare un pericolo esistenziale per il Paese.