SYDNEY - Nonostante il corteo si sia concluso senza incidenti, le autorità di polizia del New South Wales hanno espresso preoccupazioni sulla gestione di eventi simili in futuro.
Il numero di partecipanti ha superato di molto quanto dichiarato dagli organizzatori, creando forti rischi di compressione nel punto di uscita nord del ponte. Le forze dell’ordine hanno descritto la situazione come “pericolosa” e “tra le più critiche mai affrontate”, costringendole a prendere la decisione di interrompere la marcia e a far tornare indietro i manifestanti verso il centro città. Nonostante la confusione iniziale, nessuno è rimasto ferito, e la polizia ha lodato il comportamento pacifico dei partecipanti.
Gli organizzatori del Palestine Action Group hanno criticato le autorità, affermando che avevano otto giorni per pianificare l’evento, ma hanno scelto invece di tentare un divieto legale. “È stato un momento monumentale nella storia delle proteste contro la guerra”, ha dichiarato Amal Naser.
Josh Lees, altro organizzatore, ha precisato che non ci sono piani per un’altra protesta sul ponte, ma che le manifestazioni settimanali continueranno. “È stato un gesto simbolico potente, e la risposta è stata straordinaria”.
La polizia ha ribadito che non si oppone alle proteste — ne gestisce oltre 1.500 l’anno — ma ha sottolineato la necessità di un’adeguata pianificazione per garantire la sicurezza pubblica.
Il Palestine Action Group ora guarda ad una giornata nazionale di protesta in data 24 agosto.