MELBOURNE – Tony Mokbel, figura di spicco della criminalità organizzata a Melbourne, tornerà in libertà per la prima volta dopo quasi 18 anni dietro le sbarre. Venerdì, la Corte d’Appello del Victoria ha concesso al 59enne la libertà su cauzione, accogliendo la richiesta avanzata dai suoi legali sulla base di “circostanze eccezionali” legate allo scandalo dell’Avvocato X, che continua a scuotere il sistema giudiziario dello Stato.

Lo storico provvedimento è arrivato 6514 giorni dopo la sua ultima apparizione da uomo libero, prima del suo arresto ad Atene nel 2007, quando fu catturato in un ristorante mentre indossava una parrucca, al culmine di una fuga durata mesi. Mokbel era fuggito dall’Australia nel 2006, mentre veniva sottoposto a processo per traffico di cocaina.

Presentatosi in aula con un completo nero e cravatta a righe, Mokbel è stato accompagnato da quattro agenti speciali incaricati della sua scorta. Alla lettura della sentenza, il boss ha sorriso alla sorella Gawy Saad e ha abbracciato uno dei suoi legali.

La presidente della Corte d’Appello, Karin Emerton, affiancata dai giudici Jane Dixon e Robert Osborn, ha definito il caso “molto insolito”. La decisione, ha precisato, va compresa alla luce delle clamorose conclusioni tratte dalla giudice Elizabeth Fullerton nel dicembre scorso, secondo cui l’uso della legale di Mokbel, Nicola Gobbo, come informatrice della polizia era parte di una vera e propria “impresa criminale congiunta”.

“Mokbel non era in grado di valutare correttamente se fosse nel suo interesse accettare un patteggiamento, ed è stato deliberatamente fuorviato e ingannato riguardo alla rilevanza delle prove dell’accusa”, ha sottolineato la presidente della Corte d’Appello.

La libertà di Mokbel non sarà senza vincoli. Dovrà indossare un braccialetto elettronico per il monitoraggio GPS 24 ore su 24, presentarsi ogni giorno alla stazione di polizia di Heidelberg e rispettare un coprifuoco notturno dalle 20 alle 6 del mattino. Gli sarà inoltre vietato utilizzare smartphone, app criptate e contattare persone residenti all’estero o recarsi presso porti o aeroporti internazionali.

Alla domanda del giudice se avesse compreso e accettato tutte le condizioni, Mokbel ha risposto con fermezza: “Lo giuro, sì, Vostro Onore”.

La società privata neozelandese Allied Universal gestirà il sistema di sorveglianza GPS, con un costo annuale di oltre 25.000 dollari, che sarà a carico dello stesso Mokbel.

La libertà condizionale apre un nuovo capitolo per Mokbel, che ha chiesto l’annullamento della condanna a 30 anni di carcere (con un minimo da scontare effettivamente di 22 anni) irrogata nel 2012 per aver orchestrato un vasto traffico di droga noto come The Company.

L'appello si basa sulla scoperta che Nicola Gobbo, l’avvocata che lo rappresentava all’epoca, era segretamente un’informatrice della polizia. La sua difesa, guidata dalla legale Julie Condon KC, ha sostenuto che il suo assistito ha subito una “grave ingiustizia” e che Mokbel ha buone possibilità di successo nell’appello. “Rilasciare un detenuto a metà di una pena detentiva di 26 anni è raro e altamente insolito”, ha ammesso Condon, “ma il rischio è che resti in carcere più a lungo del dovuto”.