Si lascia guidare dai ricordi che si materializzano in un susseguirsi di parole – a volte fragili, poi decise, e di nuovo ferme. Tony Nicolini ammette di sentire la sua anima spezzata a metà; riconosce le robuste radici della sua famiglia italiana che continuano a sdraiarsi sotto i suoi piedi, abbraccia al contempo il cammino che ha intrapreso in Australia fin da giovanissimo.

Suo padre Vitaliano, originario di Chieti, in Abruzzo, è arrivato a Melbourne nel 1956, insieme a suo zio Eugenio – tra i sarti più celebri della città –, e da quel momento ha deciso di non voler dimenticare i luoghi della sua infanzia, di continuare a preservare nella sua memoria il profumo della sua terra. Dopo le numerose esperienze professionali nei grandi ristoranti italiani di Melbourne – Florentino, Society, Pellegrini’s –, Vitaliano ha raggiunto il Queensland, in cerca di nuove opportunità lavorative, e nel 1969 ha dato vita alla prima pizzeria italiana sulla Gold Coast: un azzardo, uno straordinario rischio.

“Ha inaugurato la sua prima pizzeria nell’anno in cui sono venuto al mondo ed è incredibile come siano già trascorsi cinquant’anni da quel giorno – ha raccontato Tony Nicolini –. L’infanzia che abbiamo vissuto, io, mio fratello e mia sorella, è stata un po’ inquieta, i nostri genitori erano sempre in pizzeria a lavorare. Oggi però comprendo quanto il loro impegno sia stato eccezionale. Il talento di mio padre è un’ispirazione per tutti noi. È riuscito a vendere un prodotto nuovo in un continente ancora in crescita e a ottenere un grande successo”.

Un’ispirazione. Oggi Tony Nicolini è infatti un esperto e un professionista dell’enogastronomia italiana a Melbourne, da ormai oltre vent’anni. Cresciuto tra farina e salsa di pomodoro, ha fin da bambino assaporato la tipica ospitalità italiana, nelle sue sfumature più genuine, apprezzandone ogni aspetto anche grazie all’esperienza diretta nel Belpaese: la famiglia ha infatti ripetutamente provato a stabilirsi in Abruzzo, a fare ritorno alla terra d’origine. La nostalgia ha continuamente bussato alla porta di Vitaliano nel corso di tutta la sua vita.

“Mio padre ha vissuto pensando di poter ritornare in Italia. Ci abbiamo provato, ben quattro volte, quando avevo cinque, dieci, quindici e vent’anni; ogni volta siamo rimasti per circa due anni – ha spiegato Nicolini –. Purtroppo, per un italiano che vive all’estero, è sempre molto difficile far ritorno ai luoghi d’infanzia, soprattutto dopo aver goduto di uno stile di vita più semplice e accessibile. All’età di vent’anni, ho lasciato l’Italia e la mia famiglia, sono tornato a Melbourne da solo e ho vissuto con una mia zia. In quegli anni avevo già intrapreso il percorso universitario e volevo crescere in Australia. Dopo qualche anno, mio padre ha affrontato la sua ultima decisione e ha fatto ritorno a Melbourne, per sempre”.

Vitaliano Nicolini mentre lavora nella sua pizzeria sulla Gold Coast

Nicolini aveva appreso le prime tecniche culinarie nella pizzeria di suo padre, aveva ormai conseguito una laurea in Marketing e Turismo alla Victoria University, crescendo nel settore della ristorazione grazie a nutrite esperienze professionali nei ristoranti della città; nel 1997 era finalmente pronto. Ha inaugurato la sua prima pizzeria, ‘Pizza Espresso’ a Templestowe, condensando la tradizione italiana, ereditata dal padre, la sua notevole vena creativa e il coraggio e la libertà di sperimentare. Soltanto due anni più tardi, The Age Epicure lo ha incoronato “Re della Pizza” (King of Pizza). Da quel momento, la sua carriera non si è mai arrestata.

“Era un periodo in cui la pizza che conosciamo oggi non esisteva, era impensabile aggiungere la mozzarella di bufala, ad esempio. Grazie anche ai consigli e alla maestria di mio padre, ho cominciato a riflettere sul prodotto, volevo offrire la pizza italiana anche qui a Melbourne – ha raccontato l’imprenditore –. Pian piano, abbiamo ottenuto consensi, i clienti facevano la fila per mangiare nella nostra pizzeria, ma l’idea era quella di tornare nel cuore della comunità italiana, a Carlton, perché se l’Italia vince i Mondiali di calcio, ci si ritrova in piazza per festeggiare; qui a Melbourne, la piazza è Carlton”.

Nel 2004 Nicolini ha quindi dato vita a ‘Carlton Espresso’ nel sobborgo italiano per eccellenza del Victoria, lungo la strada che ancora oggi custodisce i sogni e le speranze di milioni di migranti. Celebrare la gastronomia, creare un punto di ritrovo, legare due universi a cui sentiva di appartenere: era la sua missione, un grande desiderio. Nel 2007 il locale ha adottato il nome di ‘DOC Espresso’, nello stesso anno ha inaugurato anche ‘DOC Pizza’; pochi anni più tardi, ‘DOC Delicatessen’. Rispettivamente nel 2011 e nel 2013 hanno preso vita anche ‘DOC Mornington’ e ‘DOC Albert Park’. 

Il gruppo societario ormai vantava un enorme impatto sul progresso gastronomico di Melbourne e oltre 150 ragazzi italiani nel suo staff – “Era un gruppo compatto ed entusiasta, che sognava di crescere e ha dato tanto all’attività”, ci tiene a sottolineare Nicolini –, dando a moltissimi l’opportunità di restare in Australia grazie anche allo ‘Sponsor Visa’. Nel 2017, nonostante la riconosciuta popolarità, è giunta improvvisa la decisione dell’imprenditore di vendere tutte le sue azioni.

“Era per me il momento giusto, sentivo una grande responsabilità di fronte a un disegno aziendale così esteso, si era evoluto in pochissimo tempo. Volevo concretizzare i sacrifici con cui mi ero scontrato nel corso degli anni, essere più presente per le mie due figlie che stavano crescendo – ha dichiarato –. È stato un po’ come perdere un grande pezzo del puzzle della mia vita, ma è stata una mia scelta, la scelta giusta, e non la rimpiango”.

Dopo un paio d’anni di riposo, un momento per riflettere, per guardarsi intorno, mentre il settore della ristorazione continuava a progredire gradualmente, nel 2018 Nicolini ha dato forma a un nuovo progetto: ‘Italian Artisans’ ad Albert Park: “Voglio onorare il lavoro degli artigiani e le loro storie”, ha raccontato Nicolini e, ora più di prima, ha deciso di voler esaltare l’impegno delle piccole imprese a conduzione familiare, chi lavora manualmente i prodotti, chi sa scegliere gli strumenti giusti e conosce le materie prime.

“Questo posto è l’unione di tutte le mie esperienze professionali, voglio dedicarmi all’artigianalità, celebrando la pizza contemporanea ma utilizzando grani antichi e organici, rispettando le fermentazioni degli impasti, per riuscire a riflettere sulla storia che ci ha preceduti – ha continuato –. Quest’anno, infatti, celebriamo 50 anni della pizza Nicolini e ho pensato al marchio ‘NICO50’ per raccogliere la memoria di mio padre, scomparso nel 2013, la mia esperienza e l’entusiasmo della terza generazione, le mie figlie Simona e Mara iniziano infatti a essere partecipi. A settembre inaugurerò un ‘Espresso bar’ ad Albert Park, in cui sarà possibile gustare un buon caffè italiano, assaggiare le focacce e i biscotti di mio suocero Giuseppe Cavallaro – la sua famiglia è stata tra le prime qui a Melbourne a preparare i cannoli siciliani. Ci sarà anche una piazzetta come punto di ritrovo per la comunità”.

Tre generazioni di Nicolini: le figlie di Tony Nicolini, Mara e Simona, Tony e suo padre Vitaliano. La foto è stata scattata nel 2006 nel suo primo locale, Carlton Espresso

Le ambizioni di Nicolini continuano a nutrirsi di nuova luce, giorno dopo giorno, ma ancora inalterato è il suo sogno di ritornare a Carlton, dove già risiede insieme alle due figlie e a sua moglie Marcella che da sempre lavora instancabilmente al suo fianco. Immagina uno spazio sostenibile, nel rispetto dell’ambiente, che possa coinvolgere le nuove generazioni e dar vita ad attività ricreative in cui poter narrare storie e immergersi nei sapori della cucina italiana.

“Ricordo una serata con mio padre a Carlton: era il 2012, dopo cena avevamo deciso di fare una passeggiata per andare alla mia pizzeria. Restammo immobili a osservare le file di clienti che attendevano per un tavolo disponibile – ha raccontato Nicolini –. Mio padre restò fermo e commosso. Era molto fiero del mio impegno. Era orgoglioso di me. In quel momento ho pensato di avercela finalmente fatta, e spero di poter realizzare di nuovo quel grande sogno. Mi piacerebbe essere partecipe di una nuova evoluzione della cultura italiana a Melbourne”.