Risuona ancora forte la sua voce; espressiva, potente, emotivamente coinvolgente. Sembra non aver mai lasciato la sua comunità musicale, tanto estesa, così eterogenea.
Un’ondata di commoventi messaggi ha accompagnato i giorni successivi alla sua inaspettata scomparsa: ricordi indelebili, storie inedite e percorsi che, in qualche modo, si sono ogni volta incrociati.
Perdere Tony Pantano, cantante di immenso talento e indimenticabile espressione di un’epoca, ci spinge irrimediabilmente a fare un salto indietro nel tempo, a ripercorrere una carriera costellata di successi e arricchita di lezioni di vita, a raccogliere un’eredità sconfinata che tenterà di riempire il profondo vuoto lasciato nell’industria musicale, e nella comunità australiana e italo-australiana.
“Ci sentiamo davvero molto grati – ha affermato il primogenito Philip Pantano, estremamente commosso –. Prima di lasciarci, gli è giunto un messaggio dal comico Joe Avati; era davvero emozionato. Ci ha detto di non aver mai realmente compreso l’impatto che ha avuto nel corso degli anni. È sempre stato molto umile, rispettava tutti, era straordinariamente disponibile: se qualcuno voleva salutarlo dopo uno spettacolo, lui aspettava fino alla fine; non andava mai via”.
Fin da piccolo, ho sempre sentito parlare di Tony Pantano come un artista leggendario. E ho sempre desiderato che, un giorno, si parlasse di me allo stesso modo. Quindi, se non lo sapevi, mi hai davvero tanto ispirato. Non ho mai potuto cantare come te, ma vorrei essere amato proprio come sei amato tu. Grazie, compagno.
— Joe Avati
Il viaggio di Tony Pantano ha avuto inizio nella sua Sicilia, mai dimenticata, nato nel 1948 nel caratteristico borgo di Montalbano Elicona. Suo padre, ballerino professionista e batterista, aveva già raggiunto l’Australia alla ricerca di opportunità e di serenità per la sua famiglia, che l’ha poi raggiunto nel 1956.
Fin da piccolissimo, Pantano ha mostrato un talento incommensurabile per la musica, cominciando a suonare la chitarra all’età di dieci anni.
“Mia nonna mi ha sempre raccontato quanto mio padre amasse cantare, da sempre; gli piaceva così tanto intrattenere le persone”, ha continuato Philip.
Spinto quasi da un’urgenza, Pantano ha iniziato ad accompagnare suo padre alla chitarra, nella sua band Filippo’s Latin Trio, nelle più svariate funzioni private, per poi unirsi al gruppo Izzy & The Dynamics all’età di quindici anni; la prima band in Australia ad avere una batterista donna. Due anni più tardi, si è unito a un gruppo latino-americano grazie al quale è riuscito a mostrare la sua versatilità come intrattenitore.
Tony Pantano in un’esibizione alla San Remo Ballrom nel 1971
Tre anni dopo, insieme a Joe Paparone, ha dato vita al Park Royal Trio, diventando ospite abituale al primo show televisivo in lingua inglese e italiana in Australia, Carosello. Dopo l’esibizione televisiva in New Faces di Kevin Dennis nel 1966 – cantando I’m Not The Marrying Kind, mentre la sua prima moglie Julia dava alla luce il primo figlio Philip –, nel 1968 Pantano è partito alla volta del Vietnam per intrattenere le truppe australiane e americane.
“Un’esperienza traumatica per lui – ha raccontato Philip Pantano –. Le sirene cominciarono a suonare. Mio padre scappò da un lato ma un suo caro amico dalla parte opposta purtroppo fu ucciso dalle bombe. Mio padre non ha mai dimenticato quei giorni”.
Al suo ritorno in Australia, dopo le prime appassionate esibizioni nei locali di Melbourne, Pantano è giunto all’ambito successo con la partecipazione a Showcase nel 1970 e con il memorabile singolo Every Time You Touch Me del 1971, inserito nella Top 40 dei brani più popolari d’Australia all’epoca, seguito poi da Tonight, che raggiunse la posizione numero 80 nelle classifiche australiane.
Tony Pantano mentre mostra alcuni riconoscimenti e i suoi album nei primi anni ‘70
“È sempre stato molto interessante per me, perché io e mio padre abbiamo solo diciotto anni di differenza; tra noi c’è sempre stato un rapporto di amicizia. Da piccolissimo, ricordo che veniva sempre fermato, riconosciuto ovunque andassimo, perché era sempre in televisione – ha aggiunto Philip –. Sono sempre stato ‘il figlio di Tony Pantano’”.
Nel corso di tutta la sua carriera, Pantano ha collezionato riconoscimenti, premi e importanti apparizioni televisive – The Don Lane Show, In Melbourne Tonight con Graham Kennedy, The Paul Hogan Show, The Midday Show con Ray Martin, The Mike Walsh Show, Young Talent Time con Johnny Young, Good Morning Australia con Bert Newton, tra i tanti –, e soprattutto un bagaglio di ricordi.
Tony Pantano accanto ad Andrea Bocelli e a sua sorella Enza Pantano (destra) nel 2004
“Nei primi anni 2000, mio padre aveva un locale a Carlton, Pantano’s, che offriva musica dal vivo. Una sera, il grande Andrea Bocelli, a Melbourne per una serie di concerti, si è recato proprio al suo locale. Mio padre ha voluto omaggiarlo, cantando la celebre Con te partirò. Il tenore si è alzato in piedi per applaudirlo, una standing ovation per lui indimenticabile”, ha continuato Philip.
Ma anche i complimenti ricevuti dal leggendario Tony Bennett, che lo definì “una delle migliori voci mai ascoltate” – “Mio padre era in Inghilterra per alcuni spettacoli, Bennett era già una grande celebrità, eppure si avvicinò a lui per presentarsi e complimetarsi perché l’aveva visto in televisione durante una sua permanenza a Melbourne”, ha aggiunto –, e la stima di Tom Jones ed Engelbert Humperdinck per le sue interpretazioni impeccabili delle loro più popolari canzoni.
Tony Pantano insieme a Tom Jones negli anni ‘80
Moltissimi artisti locali hanno poi incrociato in qualche modo il suo cammino. Claudio Parente, divenuto celebre per l’album Profumo Italiano e per il suo diretto coinvolgimento nel ‘Festival della Canzone Italiana’, lo ricorda come un “gentiluomo di grande talento, di stimolo per tantissimi cantanti”.
“Ci siamo incrociati nella musica tante volte e ci siamo riavvicinati di recente, perché purtroppo soffro del suo stesso male. Ci siamo scambiati tante idee e punti di vista, tra una lacrima e l’altra – ha detto commosso –. Il ricordo più bello che conservo è l’immagine di un ‘signore’ nell’ambiente musicale, un pioniero che ha dato così tanto alla comunità italiana”.
Anche il popolare Dean Canan lo ricorda con un aneddoto emozionante: “Ero di recente a una cena con alcuni amici musicisti presso Il Carretto, quando ci siamo accorti che sulla parete alle nostre spalle c’era proprio una foto di Tony Pantano che mostrava il pollice in su. Ci son venuti i brividi, come se ci avesse salutato ufficialmente – ha raccontato –. Lui ha dato inizio a tutto, e lo ha fatto anche per noi”.
Mio padre era un grande fan di Tony, amava averlo nel suo show. È sempre stato così generoso e disponibile con me, ero anch’io un suo ammiratore. Un tale professionista, un uomo buono e un grande intrattenitore.
— P. J. Lane, figlio di Don Lane
Nonostante la sua scomparsa abbia lasciato grande tristezza e sgomento nella comunità, la sua eredità continuerà a vivere attraverso i suoi sei figli, i sei nipoti e i due pronipoti, e nel talento del nipote JJ Pantano, giovanissimo cabarettista, noto per la sua partecipazione ad Australia’s Got Talent e America’s Got Talent.
Tony Pantano e suo nipote JJ Pantano durante uno spettacolo per la ‘Festa della Mamma’ lo scorso anno
“È sempre stato molto orgoglioso di lui; avevano un rapporto speciale – ha raccontato Mary-Anne Pantano –. Tony ha sempre raccontato come, dopo l’apparizione del nipote in televisione, in una farmacia gli avessero chiesto: ‘Per caso, sei imparentato con JJ Pantano?’, anziché riconoscere lui! Era molto fiero, diceva sempre: ‘Ha dieci anni e ha già fatto tre film’”.
Neanche la malattia è riuscita a frenare il grande entusiasmo di Tony Pantano, tanto da “cantare fino alla fine”.
“I miei migliori ricordi risiedono nelle sue esibizioni – ha aggiunto Philip –. Si è sempre sentito benedetto nel poter fare ciò che amava. La sua voce era un dono che non ha voluto mai abbandonare, fino alla fine”.