TORINO - Prendeva di mira parrocchie, conventi, enti religiosi e case di riposo un’organizzazione criminale smantellata dai carabinieri del Comando provinciale torinese. I militari hanno eseguito 12 ordinanze di custodia cautelare e accertato 86 truffe messe a segno in tutt’Italia per un guadagno di oltre 400.000 euro.
I componenti della banda contattavano parrocchie e conventi presentandosi come rappresentanti di enti locali, dipendenti comunali e regionali o direttori di istituti di credito. Dicevano all’ente religioso che era stato accreditato un contributo, comunale o regionale, maggiore a quello dovuto e chiedevano la differenza da versare su carte Postepay. Le somme variavano da 2.000 a 16.500 euro. Le vittime, nel timore di essere multate, versavano il denaro su su conti correnti o carte prepagate intestati a prestanomi. Tra gli 86 enti religiosi truffati dalla banda e e individuata dai carabinieri di Torino ci sono 14 parrocchie, 14 conventi di suore, sette scuole cattoliche e due case di riposo per anziani. Sequestrate varie carte prepagate, libretti postali, cellulari utilizzati per contattare le vittime e denaro contante.
“Quest’inchiesta è frutto di un lavoro certosino, operato dai carabinieri e dal pm Paolo Scafi - ha spiega il procuratore torinese Paolo Borgna -. Sono riusciti a inseguire in tutto territorio nazionale una miriade di truffe che sarebbero state affrontate ognuna con un singolo procedimento, dando una risposta giudiziaria quasi ininfluente. La svolta è stata mettere insieme i vari episodi nazionali, dando una lettura unitaria di un fenomeno che sarebbe rimasto frammentario”.
A capo di questa organizzazione c’era una donna Concettina Galizia, 38 anni, che si vantava di aver messo a punto questo sistema infallibile a danno dei religiosi. Il sistema si reggeva su una rete di prestanomi che venivano utilizzati per incassare i soldi raggirati alle vittime. In cambio ricevevano una “provvigione criminale” del 20%.
“Abbiamo dedicato molte energie in questa indagine - ha spiegato il colonnello Francesco Rizzo, comandate provinciale dei carabinieri - perché le truffe, a fronte di un calo generalizzato dei reati, vanno in controtendenza, sono in crescita e colpiscono soprattutto i soggetti più deboli. Pensiamo che le truffe commesse siano molte di più, quindi invito tutti a rivolgersi ai carabinieri”.