Nel 1988 ha ricevuto l’Ordine dell’Australia, seguito nel 2006 dall’Ordine del Commendatore dell’Ordine d’Italia. La scorsa settimana, invece, Paolo Totaro è stato insignito del titolo di “Italo-australiano dell’anno” dal Com.It.Es del New South Wales in un evento celebrato presso la suggestiva Circular Quay.  La cerimonia è stata un tributo ai notevoli contributi di Totaro alla comunità italo-australiana e alla società australiana nel suo complesso.

Al termine della cerimonia, Totaro ha narrato l’affascinante viaggio che lo ha condotto in Australia. Giovane dirigente della Fiat, fu incaricato di sovrintendere la produzione nella regione dell’Oceania. L’opportunità di stabilire la presenza del marchio torinese nel mercato australiano entusiasmò Totaro, spingendolo a compiere il trasferimento che avrebbe cambiato il corso della sua vita. Ripercorrendo sulla sua carriera durante l’era del miracolo economico italiano, Totaro ha ricordato come viaggiò ampiamente attraverso l’Australia, acquisendo una profonda comprensione dei paesaggi diversificati e stabilendo connessioni con imprese italiane che si espandevano nei mercati esteri. Come uno degli architetti del multiculturalismo in Australia, Totaro negli anni ha promosso un approccio dinamico alla conservazione delle identità culturali. Il suo coinvolgimento nella commissione del governo del New South Wales per gli affari etnici nel 1973 gli permise di indagare e promuovere un multiculturalismo che incoraggiasse la partecipazione attiva delle minoranze alle questioni più importanti della società.

Ricordando i primi giorni della migrazione italiana, Totaro ha riconosciuto le differenze regionali che un tempo definivano la comunità italo-australiana. Tuttavia, guardando alle nuove generazioni di italiani giunti in Australia si compiace del passaggio verso un’identità più unificata e inclusiva, promuovendo un senso di appartenenza che non divide più gli italiani in base alla proveninenza ma li unisce in quanto italiani.

Dotato di una profonda sensibilità, ha lasciato il segno anche in altri campi, quali musica, scrittura e fotografia. Laureato al conservatorio di Napoli San Pietro a Majella, in Australia ha continuato la sua attività di pianista, prevalentemente all’interno di piccoli ensemble di musica da camera. La sua esplorazione della fotografia, innescata in tenera età dall’incoraggiamento paterno, lo ha portato a coltivare questa grande passione, in particolare, i suoi sforzi artistici sono diventati un mezzo per catturare l’essenza dell’umanità e trasformare momenti ordinari in straordinarie narrazioni visive concentrando i suoi sforzi creativi visivi nell’immortalare la diaspora italiana. Il suo libro di fotografia dal titolo “Patrimonio Visivo: Anziani Italo-Australiani” è stato edito dal CO.AS.IT di Sydney.

Invece, in qualità di giornalista, Totaro ha contribuito al periodico nazionale The Bulletin e condotto programmi televisivi, mentre nel suo ruolo di Pro-Cancelliere e Membro del Consiglio presso l’University of Technology Sydney, Totaro ha sostenuto la diversità anche nella leadership relativa al mondo dell’accademia. Ha costantemente fatto campagna per opportunità uguali, esaminando la rappresentazione di italiani, aborigeni australiani e altre minoranze in ruoli educativi e di leadership. Il suo impegno per favorire un ambiente più inclusivo rimane una forza trainante nella sua vita.

Durante la sua estesa carriera, il coinvolgimento di Totaro in varie organizzazioni e comitati comunitari è stato evidenziato dal suo ruolo di guida nell’inchiesta sugli affari etnici. Il risultato, un rapporto di 630 pagine intitolato “Partecipazioni”, ha segnato una pietra miliare significativa, categorizzando l’inchiesta per classi sociali, gruppi etnici e professioni riconosciute in Australia.

Per tutta la sua esistenza, non ha mai interrotto la sua pratica di leggere e comporre poesie. Nel 2012, la casa editrice Padana Press ha lanciato il suo volume “Raccolta Poetica (1950-2011)” incorporando una considerevole parte della sua produzione poetica.

I suoi scritti, che spaziano da rapporti governativi a raccolte di poesie e persino romanzi, hanno giocato un ruolo centrale nel plasmare la consapevolezza e la comprensione della società. La sua convinzione nel potere trasformativo della scrittura sottolinea l’importanza di esprimere ed evolvere i propri pensieri attraverso la parola scritta.

In un’iniziativa di beneficenza, Totaro ha condiviso l’ispirazione dietro il suo progetto filantropico, “Trembling Man”. L’iniziativa mirava a raccogliere fondi per la ricerca sul morbo di Parkinson, con il motto toccante di ispirazione cartesiana “Io tremo quindi sono.” Questo sforzo poetico ha sottolineato l’impegno di Totaro nel fare la differenza e contribuire alla continua lotta contro questa malattia.

Nel suo discorso durante la cerimonia a Circular Quay, Totaro ha espresso umiltà nel ricevere il premio di “Italo-australiano dell’anno”: “È un onore non meritato, ma sono stati così gentili che l’ho accettato con grande piacere. Ognuno merita di essere considerato la persona dell’anno”.

E mentre l’Australia celebra i notevoli successi di Totaro, è evidente che il suo lascito si estenda ben oltre i confini dell’impegno sociale, dell’arte e dell’accademia.

Il suo impatto nella lotta per la diversità, la comprensione culturale e il benessere della comunità ha lasciato un’impronta indelebile sul paesaggio australiano. Il ruolo di Totaro nella formulazione sia del già rapporto “Partecipazioni” che della commissione degli affari etnici lo colloca tra i principali difensori della multiculturalità del nostro periodo, contribuendo al conseguimento dell’equità per tutti e contribuendo a trasformare il New South Wales nella società multiculturale di successo dei giorni nostri.