GENOVA - In otto ore di interrogatorio, sintetizzate in un verbale di 27 pagine, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha risposto a 167 domande dei pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde, insieme all'aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. Pagine in cui non smentisce di avere preso i finanziamenti ma dà una lettura ‘politica’: erano solo interessi pubblici.
“Con l'interrogatorio il presidente Toti ha spiegato quale sia stato il suo comportamento rispetto ai finanziamenti che sono avvenuti, con la scrupolosa osservanza delle normative che lo regolamentano. Ha chiarito il significato delle richieste di finanziamenti a sovventori abituali, che non erano collegate ad alcun tipo di favore e fatte in modo esplicito e diretto proprio nella convinzione di avere impostato i suoi interventi verso l'interesse pubblico”, ha detto l'avvocato Stefano Savi.
Per la richiesta di revoca della misura cautelare, però, “è ancora presto, le cose vanno fatte con calma”, conclude il legale.
Lettura ben diversa, invece, arriva dalla procura dove fonti qualificate sottolineano come l'interrogatorio non avrebbe portato “alcun apporto investigativo”. E, anzi, Toti “viene in alcuni casi smentito dalle intercettazioni, quando”, ad esempio, “non mette in correlazione i favori all'imprenditore Aldo Spinelli e i finanziamenti ai partiti”.