ADELAIDE Corinna Di Niro è nata ad Adelaide nel 1981, da mamma abruzzese e papà molisano. È la più giovane di una famiglia numerosa, con due sorelle e un fratello: forse perché la più piccola, sempre al centro dell’attenzione, come ci spiega Corinna, sviluppa una naturale confidenza con “l’essere in mostra”. Una naturale propensione che, con l’avanzare del percorso scolastico, diventa passione; Corinna Di Niro infatti desidera, finito il liceo, diventare attrice.

“Mio padre, protettivo e coscienzioso, non considerava la carriera di attrice abbastanza stabile, quindi mi consigliava percorsi diversi”, ci racconta.

Finite le superiori, quindi, Corinna decide di perseguire il suo sogno dimostrando ai genitori che una vita da artista era sostenibile: grazie alla forte etica del lavoro instillata dai genitori fin dall’adolescenza, quando ha iniziato a fare i lavori più disparati, nei negozi e nei supermercati principalmente, Corinna, alla fine delle superiori, è già in grado di versare l’acconto per l’acquisto di una casa e di accendere un mutuo. Concluso il liceo, prosegue di lavoro in lavoro, diventa persino croupier al casinò, lavora sulle navi da crociera, nella sicurezza, come youth worker e molto altro ancora. Entra nel settore dello spettacolo in punta di piedi e un po’ per caso arriva al Cirque du Soleil, dove lavora dietro le quinte. Grazie a quest’esperienza, nel 2004 Corinna Di Niro ha la possibilità di andare in Italia, prima a Reggio Emilia, poi in tutta la Penisola, a studiare Commedia dell’Arte. E qui succede qualcosa: si innamora della Commedia dell’Arte, in cui sono racchiusi tutti i caratteri umani: “La migliore base che un attore possa avere – sostiene –. Sono andata in Italia pensando che avrei imparato a fare commedia e alla fine del corso ho realizzato che avevo imparato molto di più, a stare sul palco, a combattere sul palco, a creare maschere, caratterizzazione, movimento, acrobatica, improvvisazione”.

La Commedia dell’Arte quindi insegna a Corinna l’arte di recitare a tutto tondo, applicabile a ogni forma di recitazione, da Shakespeare al teatro giapponese, in cui le maschere sono molto importanti: “La Commedia dell’Arte è sempre contemporanea; in troppi lo scordano – sottolinea –. Spesso viene considerata una forma d’arte antica, una reliquia del passato, invece è molto potente, supera anche le barriere linguistiche, con la sua mimica, e offre anche una riflessione sulla società”.

Tornata ad Adelaide, Corinna Di Niro vuole mostrare al pubblico locale cosa ha imparato, partecipa al Carnevale del 2005 con un suo spettacolo e qui succede ancora qualcosa: un’insegnante di teatro di un liceo locale rimane così colpita che la invita a contribuire alle sue lezioni. Qui, si rende conto che la Commedia dell’Arte non era né conosciuta né studiata, nemmeno a livello universitario. Decide quindi di dedicarsi per far conoscere questo fondamento dell’arte performativa e decide anche di iscriversi all’università, dove si laurea in teatro in due anni presso la University of South Australia; fa l’anno aggiuntivo per concludere gli honours e nel 2016 un PhD, manco a dirsi, in Commedia dell’Arte.

Durante questi anni, Corinna sente però la necessità di fare qualcosa anche al di fuori della Commedia dell’Arte e si interessa sempre più al ruolo del pubblico e all’interazione che si può creare tra attori e spettatori. E qui entra in scena la ‘realtà virtuale’: “Ero appassionata di videogiochi virtuali. Perché non cercare quindi di creare una realtà immersiva e virtuale per il pubblico anche in teatro?”, si chiede Corinna.

Vince una borsa di studio, sempre con UniSA, per “sperimentare ed esplorare l’idea”. Basandosi sullo spettacolo Il Mago di Oz, l’idea è quella di trasformare in attore, in Dorothy in particolare, un membro del pubblico che, comodamente seduto in platea e indossando una speciale apparecchiatura, possa recitare, interagire con gli attori sul palco e persino vedere il pubblico, un’esperienza molto interessante e apprezzata. Molti hanno contattato Corinna Di Niro per poter fare la stessa esperienza, i più timidi possono finalmente “osare” e chi ha partecipato all’esperimento assicura che le emozioni provate, come un vero attore che sta andando in scena, sono reali. Le applicazioni future di questa tecnologia sono molteplici.

Corinna Di Niro è stata invitata a tenere proprio su questo esperimento un ‘Ted Talk’ (visionabile su You-Tube), in cui conclude: “Immaginate di essere trasportati dall’altra parte del mondo per riunirvi a parenti lontani, o di fare un addestramento per diventare un astronauta, persino di aiutare i bambini del Terzo Mondo ad avere un futuro migliore, invitandoli a partecipare a una lezione globale. Si tratta di un mondo di possibilità, in cui tutto non accade solo sul palco ma anche oltre”.

Nel 2019 Corinna Di Niro ha diretto uno spettacolo teatrale dal titolo Bone Cage, presso Flinders University e all’interno della settimana di eventi organizzata in occasione della Settimana della lingua italiana nel mondo.

E il 2020? L’emergenza pandemia non ha fermato Corinna, che ha iniziato a lavorare a un progetto editoriale, in collaborazione con il collega, il dottor Olly Crick, di nuovo sulla Commedia dell’Arte, il suo primo amore. Il titolo del libro è Commedia in the Asia-Pacific: infatti si tratta della prima opera che raccoglie i contributi dei maggiori esperti di questa parte di mondo in materia, presenti anche eminenti italiani che hanno collegamenti con l’area Asia-Pacifico, come Enrico Bonavera, l’Arlecchino del Piccolo Teatro di Milano e Marco Lully, che ha tenuto dei workshop nelle scuole, anche in Thailandia.

Corinna di Niro ha una sua compagnia, Stage Secrets, e propone percorsi di formazione teatrale a tutti i livelli.

Non potevamo non chiedere a Corinna del suo personaggio preferito della Commedia dell’Arte: “La Signora – risponde sicura –, una donna combattiva, forte, libera, indipendente, che può diventare ciò che vuole”.

Un po’ forse come Corinna Di Niro, che è riuscita a trasformare un sogno e un’intuizione infantile in solida realtà.