Martedì 2 marzo al Co.As.It di Faraday Street verrà presentata la monografia Design for Social Changes in Fascist Italy, sulla vita e opere di Giuseppe Pagano, scritta da Flavia Marcello, professoressa di storia dell’architettura presso la Swinburne University.

Flavia Marcello ha scritto una tesi di dottorato sull’architettura durante il periodo fascista e su come fosse stata usata come strumento di consenso:

“L’architettura veniva usata come linguaggio di propaganda per convincere le persone nel prestare consenso al regime fascista e durante questo studi ho scoperto l’interessantissima figura dell’architetto Giuseppe Pagano”.

Nato a Parenzo, cittadina della costa istriana, nel 1896, il suo vero cognome era Pogatschnig. Giuseppe partecipa da volontario alla Prima guerra mondiale, ma irredentista, si arruola dalla parte italiana, cambiando il suo cognome in Pagano:

“Giuseppe è cresciuto in una famiglia di italiani nazionalisti in una città che però faceva parte dell’impero Austro-ungarico. Allo scoppio della guerra scappò a Padova, facendo finta di essere italiano, per arruolarsi nell’esercito e combattere contro l’impero Austro-ungarico, in teoria la sua patria”, ha raccontato Marcello, durante un’intervista al giornale.

Alla fine del conflitto, con tre croci di guerra al valore militare, fa ritorno al Paese natale, dove fonda nel 1919 il Fascio di Parenzo e partecipa all’impresa di Fiume:

“Persone come lui, chiamati i ‘fascisti della prima ora’, aderiscono al fascismo tramite il nazionalismo, nella sua sfaccettatura sociale e non per quella totalitaria, repressiva e antisemitica”.

Infatti Pagano, a differenza di altri, che fascisti lo sono stati per conformismo, codardia e interesse, lo è per scelta convinta.

E lo sarà anche da architetto, nel momento in cui otterrà alla regia Scuola di Ingegneria di Torino la laurea, con il massimo dei voti, in quattro anni, invece che nei cinque previsti dal corso degli studi. Oltre a essere coraggioso, disegna bene, riesce nella progettazione, ha un occhio dotato per fissare le inquadrature fotografiche, scrive con facilità ed è un energico polemista.

Nel 1927 viene nominato capo dell’ufficio tecnico dell’Esposizione Internazionale di Torino e nel 1933 dirige Casabella, una rivista di architettura:

“Farà politica all’interno delle pagine del giornale, promuovendo l’architettura moderna e razionalista. Pagano è convinto che tramite l’architettura e l’arte si può cambiare la società e modernizzarla. Di lì a poco, inizierà a criticare il regime sulle pagine del suo giornale”. 

In quegli anni gli viene assegnata la costruzione dell’Istituto di Fisica della città universitaria di Roma e qualche anno più tardi, tra il 1937 e 1941 realizza a Milano l’edificio per l’Università Bocconi:

“In quegli anni l’Italia entra in guerra e Pagano è sempre più critico nei confronti del regime. Decide di arruolarsi di nuovo come volontario; nel 1942 dà le dimissioni dal Partito fascista e l’anno dopo entra in contatto con il Partito antifascista combattendo la guerra da partigiano e aderendo alla Resistenza. Verrà infine catturato e torturato dalla Banda di Pietro Koch e finirà i suoi giorni in un campo di concentramento di Mauthausen-Melk in Austria, nel 1945”. 

Una delle sue opere più importanti, l’istituto di Fisica della Città Universitaria di Roma. (Foto: Flavia Marcello)

Pagano non era solo un architetto, ma anche fotografo, scrittore e direttore editoriale, oltre che soldato e partigiano, e nella monografia di Flavia Marcello vengono esaminati tutti gli aspetti della sua vita personale e artistica:

“Tutto l’archivio personale di Pagano purtroppo è andato perduto. Venne depositato nel 1977 dalle figlie alla Fondazione Feltrinelli ma inspiegabilmente quella preziosa documentazione venne successivamente data in consegna temporanea a un privato italiano residente in Svizzera, che oggi rifiuta la restituzione degli archivi. Un enorme perdita per l’Italia. Io, insieme ai miei colleghi, ho cercato di ricostruire la sua vita e opere con il materiale disponibile”. 

L’evento, presentato dal professore di architettura della Melbourne University, Philip Goad, è gratuito e la prenotazione necessaria al sito.