SYDNEY - Cresce la pressione sui parlamentari del New South Wales affinché rendano pubblici eventuali legami con la lobby delle armi, mentre il governo Minns si prepara a portare in aula uno dei pacchetti di riforme più ampi e controversi degli ultimi decenni.
Il disegno di legge, che dovrebbe essere discusso nei prossimi giorni, combina restrizioni sulle armi da fuoco, nuovi limiti alle proteste e il divieto di simboli terroristici, in un’unica proposta legislativa.
Secondo quanto riportato dal Sydney Morning Herald, il Centre for Public Integrity ha scritto a tutti i deputati del NSW chiedendo una divulgazione volontaria di eventuali contatti recenti con rappresentanti di interessi legati alle armi. “Un impegno alla trasparenza dimostrerebbe leadership e rispetto per la gravità di questo momento”, ha scritto il presidente dell’organismo, Anthony Whealy, sottolineando la necessità che il dibattito sia guidato dalla sicurezza pubblica e non da pressioni riservate.
Al momento solo i ministri sono tenuti a pubblicare i propri diari ufficiali, e le ultime informazioni disponibili risalgono a settembre. Il premier Chris Minns ha definito la riforma proposta come la più aspra in materia di armi da fuoco mai introdotta nello Stato, con un tetto massimo di quattro armi per persona – o dieci per categorie esentate come gli agricoltori – e la possibilità per la polizia di vietare le proteste dopo una dichiarazione di terrorismo, per periodi fino a tre mesi.
Gli agricoltori, in merito al provvedimento sulle armi, temono che il limite proposto non tenga conto delle esigenze operative di chi gestisce più proprietà. Secondo la National Farmers’ Federation, le esenzioni sarebbero più generose per i tiratori ricreativi che per chi utilizza le armi per controllo dei parassiti e sicurezza sanitaria degli allevamenti.
Ma le critiche non arrivano solo dalla società civile. La leader dell’opposizione Kellie Sloane ha accusato il governo di aver accelerato eccessivamente il processo legislativo. “Le modifiche alle leggi sulle armi sono state fatte di corsa - ha detto Sloane ospite di ABC TV, aggiungendo che la Coalizione si riunirà oggi, prima della seduta parlamentare, per definire una posizione finale. “Non c’è stata alcuna consultazione, o solo una consultazione minima, con i portatori di interesse, e certamente non con l’opposizione”.
All’interno del parlamento emergono altre divisioni. I Verdi sostengono un inasprimento delle norme sulle armi ma si oppongono ai limiti alle proteste, mentre alcuni deputati laburisti, inclusi membri del gruppo Labor Friends of Palestine, hanno espresso disagio per questa parte del pacchetto. Non è escluso un tentativo di scorporare il disegno di legge in votazioni separate, mossa che richiederebbe però una maggioranza in entrambe le camere.
Sul tavolo resta anche la questione di quasi 8 milioni di dollari stanziati per una futura Conservation Hunting Authority, legata a una proposta dello Shooters, Fishers and Farmers Party. I sostenitori della riforma temono che possa concedere troppe agevolazioni ai cacciatori, mentre Minns ha chiarito che la legge istitutiva non passerà. Resta quindi aperto il nodo su come destinare quei fondi, in un clima politico sempre più teso alla vigilia del voto.