MILANO - Dmitry Chirakadze è stato condannato a tre anni e due mesi di reclusione, nel processo che lo vedeva accusato di aver coordinato la fuga di Artem Uss, l’imprenditore russo e figlio del governatore di una regione siberiana, evaso dagli arresti domiciliari a Basiglio (Milano) il 22 marzo 2023.
Il fuggiasco era stato arrestato nell’ottobre 2022 all’aeroporto di Malpensa su mandato degli Stati Uniti, che lo accusavano di traffico illecito di tecnologie militari, riciclaggio e violazione delle sanzioni internazionali contro la Russia.
La sentenza è stata pronunciata dalla VII sezione penale del Tribunale di Milano, presieduta dalla giudice Ombretta Malatesta.
Il pubblico ministero Giovanni Tarzia aveva chiesto per Chirakadze una pena di cinque anni e mezzo, ma il Tribunale non ha riconosciuto l’aggravante della transnazionalità, riducendo così la condanna.
Le motivazioni del verdetto saranno depositate entro trenta giorni.
Chirakadze, descritto dagli inquirenti come un imprenditore e aristocratico russo vicino all’entourage di Uss, avrebbe avuto un ruolo centrale nell’organizzazione logistica dell’evasione.
Nel corso del processo, il pm ha portato come prove le indagini dei carabinieri e le dichiarazioni rese da Sredan Lolic, direttore dell’Hotel Tulip di Belgrado e reo confesso, che ha ammesso di aver preso parte all’organizzazione dell’evasione. Lolic – collegato in videoconferenza dalla Serbia, che finora ha rifiutato la sua estradizione – ha confermato il proprio ruolo nella liberazione di Uss, che al momento si trovava ai domiciliari in attesa di estradizione verso gli Stati Uniti.
Gli altri presunti membri del commando che ha messo in atto il piano di fuga hanno optato per il patteggiamento.