AOSTA - Dopo la richiesta d’archiviazione degli inquirenti, sembrava destinata a chiudersi senza responsabili l’inchiesta sulla morte di tre aspiranti guide alpine travolte da una valanga il 13 aprile del 2023 vicino al colle della Tsanteleina, tra l’alta val di Rhemes e la Savoia. Poi l’opposizione di una parte offesa e l’emergere delle tracce con i dati satellitari da telefoni e smartwatch hanno dato un nuovo impulso investigativo.
Sulla base della perizia chiesta e ottenuta dal Gip come incidente probatorio, la Procura aostana ha chiuso le indagini e formulato l’ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo nei confronti dell’unico sopravvissuto, Matteo Giglio, guida alpina valdostana di 50 anni. Era lui l’istruttore di Lorenzo Holzknecht, 38 anni, campione di scialpinismo nato a Sondalo e cresciuto a Bormio, Sandro Dublanc (43) maestro di sci di Champorcher ed Elia Meta (36), originario del forlivese, finanziere del Sagf di Entreves (Courmayeur).
Seguendo i rilievi del perito del Gip, il Pm Giovanni Roteglia ha ipotizzato due profili di colpa. Da un lato il mancato utilizzo di zaini con sistema airbag da valanga, che possono garantire più probabilità di sopravvivenza, ma comunque non obbligatori nello scialpinismo. Dall’altro una modalità di discesa nel canalone, dove si è verificato il distacco, che avrebbe potuto essere più prudente: il gruppo sarebbe sì sceso in modo scaglionato dal pendio, ma dividendolo per “tappe”, senza attendere che ciascuno finisse di percorrerlo tutto prima di far partire il successivo scialpinista.