ROMA - Per l’emergenza caldo di questi giorni, tredici Regioni hanno varato provvedimenti per vietare o limitare il lavoro all’aperto nelle ore centrali delle giornate più roventi, dalle 12.30 alle 16.30.
Oggi, Lombardia e Veneto si sono aggiunte all’Emilia-Romagna, che si era mossa per prima, e ad Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia e Toscana.
In Lombardia, l’ordinanza del governatore Attilio Fontana, in vigore fino al 15 settembre, prevede lo stop ai lavori nelle strade, nei cantieri, nei vivai, nell’agricoltura e nelle cave dalle 12.30 alle 16 nei giorni da bollino rosso, in base al monitoraggio quotidiano pubblicato sul sito Worklimate di Inail e Cnr.
In Veneto, il decreto del presidente Luca Zaia raccomanda ai datori di lavoro di limitare o evitare le attività lavorative nelle ore più calde della giornata.
Viene inoltre suggerito di prevedere rotazioni del personale per ridurre i tempi di esposizione al caldo, garantire adeguata idratazione e sorveglianza sanitaria e adottare abbigliamento e dispositivi di protezione idonei.
I provvedimenti delle Regioni recepiscono le Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare, approvate in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
L’individuazione delle fasce orarie più critiche deve basarsi su indici riconosciuti a livello internazionale e sugli strumenti disponibili sui portali Agenti Fisici e Worklimate.
In caso di bollino rosso con un rischio alto per la salute, nelle ore più calde le attività devono essere fermate.