NOVARA – Le ultime speranze di ritrovare Dario Cipullo sano e salvo si sono infrante davanti a un corso d’acqua. Il corpo del sedicenne è stato trovato senza vita nel Canale Cavour, oltre la periferia di Novara, a poca distanza da un polo logistico di Amazon e da una rotonda che conduce all’imbocco dell’autostrada A4 Torino-Milano. 

Dario, 16 anni, studente di un istituto tecnico e promessa del rugby, era scomparso nella notte tra venerdì e sabato, dopo una festa con amici e compagni di squadra. Le ricerche erano partite immediatamente e hanno coinvolto carabinieri, polizia locale, protezione civile e cani molecolari.  

Solo nella mattinata, con il diradarsi della foschia, l’elicottero Drago VF153 del reparto volo dei vigili del fuoco di Malpensa ha individuato il corpo che galleggiava nel canale. 

La procura ha aperto un fascicolo e disporrà l’autopsia per chiarire le cause della morte. Le indagini sono affidate ai carabinieri.  

Marina Chiarelli, assessore regionale e amica della famiglia, parla di un “tragico incidente” e sottolinea che “da quanto emerge non si sarebbe trattato di un gesto volontario”, restando però da chiarire perché il ragazzo si trovasse proprio in quel punto. 

Secondo quanto ricostruito finora, Dario aveva cenato con altri ragazzi in un appartamento in corso della Vittoria. Al termine della serata non sarebbe stato riaccompagnato nel suo quartiere, ma in una zona più distante, nei pressi di un supermercato, dove è stato visto intorno all’una di notte del 20 dicembre.  

Poco dopo il cellulare si è spento, circostanza ritenuta anomala dalla famiglia. E prima del blackout, avvenuto poco prima delle due, il giovane avrebbe inviato un messaggio vocale a un amico con parole difficilmente comprensibili. 

Resta da chiarire anche il rebus degli ultimi spostamenti: secondo alcune testimonianze, il sedicenne sarebbe stato visto camminare verso la zona di Agognate, a circa quattro chilometri dal punto in cui era stato lasciato. 

Dario giocava nella under 18 del Novega Rugby, realtà che riunisce i settori giovanili di diverse società del Piemonte orientale.  

“Lascia un vuoto immenso non solo in chi lo ha conosciuto e amato, ma in tutta la comunità rugbistica”, ha dichiarato Sergio Manto, presidente del Comitato regionale della federazione, ricordando “i valori di rispetto, impegno e passione” incarnati dal ragazzo.