WASHIINGTON - Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha intensificato la retorica sulla campagna di pressione militare ed economica contro il Venezuela, collegando esplicitamente le operazioni a temi quali l’immigrazione e il traffico di droga, in un contesto di tensioni crescenti. 

Rispondendo ai giornalisti nello Studio Ovale, in merito al dispiegamento militare nei Caraibi e al sequestro della petroliera venezuelana avvenuto mercoledì, Trump ha detto che “si tratta di molte cose” e non solo il petrolio.

In primo luogo, ha puntato il dito sul tema dell’immigrazione e della sicurezza nazionale, sostenendo che il Venezuela avrebbe permesso “a milioni di persone di entrare nel nostro Paese, inclusi prigionieri, trafficanti di droga e persone in istituti psichiatrici, probabilmente a un tasso più alto rispetto a qualsiasi altro Paese”. 

Successivamente, il tycoon ha ribadito l’accusa di narcotraffico, denunciando il coinvolgimento diretto della leadership del governo e dell’esercito venezuelano nelle spedizioni di droga verso gli Stati Uniti. A sostegno di questa offensiva, Trump ha sottolineato i risultati delle operazioni militari in corso nei Caraibi e nel Pacifico orientale che, distruggendo le imbarcazioni dei trafficanti, avrebbero già portato a una riduzione del traffico di droga del 92% su quelle rotte. 

L’escalation è stata innescata dal primo sequestro di una petroliera venezuelana in acque internazionali. La nave, carica di greggio e diretta a Cuba, è di dimensioni eccezionali, con una portata lorda di 320.000 tonnellate. È la prima volta che gli Stati Uniti sequestrano una petroliera di queste dimensioni in partenza dal Paese che possiede le più grandi riserve petrolifere accertate al mondo. L’operazione è stata condotta dalla Guardia Costiera statunitense. 

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, è intervenuta per confermare che l’azione fa parte di una chiara strategia punitiva. Leavitt ha specificato che la petroliera verrà trasportata in un porto statunitense, dove gli Stati Uniti intendono confiscare l’intero carico di greggio. Interrogata sulla possibilità di futuri sequestri, la portavoce ha garantito che l’Amministrazione continuerà ad applicare le politiche di sanzioni del Presidente, ribadendo con forza: “Non resteremo a guardare le navi navigare nei mari con petrolio del mercato nero, i cui proventi alimenteranno il narcoterrorismo di regimi canaglia e illegittimi in tutto il mondo”. 

L’agenzia Reuters rivela che gli Stati Uniti si starebbero effettivamente preparando a intercettare e sequestrare altre navi che trasportano petrolio venezuelano, in un quadro di ampio rafforzamento militare nei Caraibi meridionali, spinto dalla volontà di Trump di ottenere la destituzione di Maduro. 

Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha reagito con veemenza al sequestro, accusando apertamente gli Stati Uniti di crimini internazionali. “Hanno rapito i membri dell’equipaggio, rubato la nave e inaugurato una nuova era, l’era della pirateria navale criminale nei Caraibi”, ha detto Maduro alla televisione di Stato. 

A sostegno di Caracas è intervenuto il Presidente russo Vladimir Putin. Il Cremlino ha reso noto, tramite le agenzie russe, che Putin, in una telefonata con Maduro, ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il suo sostegno alla politica del governo di Caracas.