KIEV - Donald Trump attende la visita di leader europei che sbarcheranno a Washington oggi o domani per discutere con il presidente Usa le soluzioni per porre fine alla guerra in Ucraina. Ad annunciarlo è stato lo stesso Trump: il numero 1 della Casa Bianca ha aggiunto che “presto” parlerà anche con il presidente russo Vladimir Putin e che la sua amministrazione è pronta a passare a una seconda fase di sanzioni contro la Russia.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto evidenziando che le sanzioni sono “l’idea giusta” e ha esortato le nazioni europee a smettere di acquistare energia da Mosca.
Dopo l’attacco, durante il quale la Russia ha lanciato almeno 810 droni e 13 missili contro l’Ucraina, Trump ha dichiarato di “non essere soddisfatto dell’intera situazione: alcuni leader europei verranno nel nostro Paese lunedì o martedì individualmente”, ha aggiunto, senza specificare a chi si riferisse. La Russia ha intensificato gli attacchi contro l’Ucraina da quando Trump e Putin hanno tenuto il vertice in Alaska il mese scorso.
In questo contesto, Trump si è detto disposto ad adottare nuove sanzioni contro Mosca, senza però fornire dettagli né indicare possibili tempistiche. Incalzato dai giornalisti alla Casa Bianca sulla possibilità di un “secondo passo” nelle restrizioni economiche al Cremlino - che continua a tardare i tempi e gli sforzi di pace - Trump ha risposto semplicemente: “Sì, sono pronto”.
Sarà David O’Sullivan, inviato dell’Unione Europea per le sanzioni, a guidare una delegazione a Washington per una serie di incontri tra oggi e domani al fine di discutere come rafforzare il coordinamento delle sanzioni europee e statunitensi contro la Russia. Lo conferma un funzionario Ue, parlando sotto condizione di anonimato.
Ieri il segretario al Tesoro Scott Bessent ha dichiarato che Washington è pronta ad “aumentare la pressione” sulla Russia, ma che anche l’Europa deve agire per costringere davvero Mosca al tavolo dei negoziati. “Stiamo parlando di cosa possano fare insieme Ue e Stati Uniti. E siamo pronti ad aumentare la pressione sulla Russia”, ha detto al programma “Meet the Press” della Nbc; “ma abbiamo bisogno che i nostri partner europei ci seguano”, ha aggiunto.
Trump ha minacciato di penalizzare i Paesi che acquistano petrolio russo nel tentativo di tagliare una fonte di finanziamento chiave per il Cremlino, ma finora ha colpito solo l’India con le cosiddette sanzioni secondarie. La Ue sta attualmente preparando il diciannovesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, in cui dovrebbero esserci più sanzioni secondarie sui Paesi che aiutano Mosca ad aggirare i divieti.
Nel diciottesimo pacchetto, per la prima volta, Bruxelles ha preso di mira una serie di banche cinesi accusate di aiutare a facilitare il sostegno alla Russia, nonché una raffineria petrolifera in India.
Zelensky ha dichiarato di aspettarsi una “risposta forte” da parte degli Stati Uniti dopo l’ultimo pesante attacco aereo lanciato dalla Russia. “È importante che i partner reagiscano in modo globale a questo attacco (...) Contiamo su una risposta forte da parte degli Stati Uniti”, ha affermato Zelensky nel suo briefing quotidiano.
Il militarismo europeo sfrenato rende più difficile risolvere la situazione in Ucraina, ha dichiarato dal canto suo alla Tass il portavoce del presidente russo Dmitry Peskov. “I Paesi europei stanno assumendo, per dirla in parole povere, una posizione piuttosto accanita”, ha osservato Peskov, citando le parole della presidente della Commissione Europea. Ursula von der Leyen ha auspicato la trasformazione dell’Ucraina in un “porcospino d’acciaio”.
“Cos’è questo? Per usare un cliché della Guerra Fredda, questo è il militarismo europeo sfrenato – ha affermato Peskov –. E questa posizione degli europei non contribuisce, ma anzi complica il processo di risoluzione della situazione”.
Intanto, Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha affermato che la Finlandia si sta preparando alla guerra e sarà la “punta” di un attacco alla Russia. È lo scenario delineato in un articolo pubblicato sulla Tass.
La “miccia” è costituita dall’adesione della Finlandia alla Nato, con l’allargamento dell’alleanza fino al confine russo. Mosca da tempo ha annunciato piani per rivedere l’apparato militare e concentrare uomini e mezzi nell’area ritenuta cruciale. Per Medvedev, la nuova collocazione della Finlandia nello scacchiere internazionale apre prospettive allarmanti.
“Helsinki sta seguendo una linea di preparazione alla guerra e probabilmente sta preparando una testa di ponte per un attacco alla Russia. In Finlandia è stata creata una solida base per la presenza permanente dei soldati degli Stati Uniti”, scrive Medvedev.
“La politica di Helsinki dà tutte le ragioni per rivedere da parte di Mosca il rifiuto di richiedere compensazioni per i danni causati dai finlandesi durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale – aggiunge, affondando ulteriormente il colpo –. La Finlandia, uno stato satellite del Terzo Reich, è responsabile dello scatenamento della Seconda guerra mondiale, così come la Germania”. In conclusione, avverte Medvedev, le autorità finlandesi “devono rendersi conto che il confronto con la Russia potrebbe portare il loro paese al collasso, e per sempre”.