WASHINGTON – Donald Trump attacca l’accordo per lo scambio di prigionieri tra Stati Uniti, Russia e altri paesi insinuando che sia sfavorevole a Washington e che siano stati pagati soldi. Cosa che “è un cattivo precedente per il futuro”, accusa il tycoon anche se la circostanza è stata esclusa dal consigliere per la Sicurezza nazionale americano Jake Sullivan.

“Quando pubblicheranno - chiede Trump in un post sul suo social network Truth - i dettagli dello scambio di prigionieri con la Russia? Quante persone prendiamo rispetto a loro? Li stiamo anche pagando in contanti? Ci stanno dando soldi (per favore cancellate questa domanda, perché sono sicuro che la risposta sia ‘no’)? Stiamo liberando assassini, killer o delinquenti? Sono solo curioso perché non facciamo mai buoni affari in niente e soprattutto negli scambi di ostaggi. I nostri ‘negoziatori’ sono sempre un imbarazzo per noi.

Ho riportato a casa molti ostaggi - prosegue il tycoon - e non ho dato un soldo al Paese avversario. Farlo è un brutto precedente per il futuro. È così che dovrebbe essere, o questa situazione peggiorerà sempre di più. Stanno estorcendo denaro agli Stati Uniti d’America. Stanno chiamando lo scambio ‘complesso’, così nessuno può capire quanto sia grave”.

I prigionieri di nazionalità statunitense coinvolti nello scambio sono stati accolti dal presidente Joe Biden e dalla vicepresidente Kamala Harris al loro arrivo sul suolo americano, dove sono stati salutati dagli applausi delle famiglie e degli amici in attesa.

La Casa Bianca ha mostrato le immagini dell’arrivo nella base di Andrews dell’aereo a bordo del quale si trovavano il giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, l’ex marine Paul Whelan e la giornalista russo-americana Alsu Kurmasheva. Liberato anche l’oppositore politico con doppia cittadinanza Vladimir Kara-Murza. Gershkovich, 32 anni, reporter del Wall Street Journal, è stato condannato a 16 anni di prigione per spionaggio nel luglio scorso, ed è stato il primo giornalista americano ad essere arrestato con questo tipo di accusa in Russia dai tempi della Guerra Fredda. Il governo degli Stati Uniti, il giornale di Gershkovich e i suoi sostenitori hanno denunciato il processo come una farsa.

Il giornalista, nei suoi primi commenti dopo la liberazione, ha affermato che gli piacerebbe “fare qualcosa” per aiutare gli altri prigionieri politici meno conosciuti detenuti nelle carceri russe. “È stato fantastico salire su quell’autobus e vedere tanti prigionieri politici russi, non solo americani e tedeschi. Ho appena passato un mese in prigione a Ekaterinburg, dove c’è un intero… praticamente chiunque mi sedessi accanto era un prigioniero politico e nessuno li conosce pubblicamente.

Hanno diverse convinzioni politiche, quindi non sono tutti collegati ai sostenitori di Navalny, che penso tutti conoscano. Oggi è stato un momento davvero toccante vederli tutti assieme, ma bisognerebbe, penso, vedere se possiamo fare eventualmente qualcosa anche per loro, vorrei parlarne nelle prossime settimane e mesi”.